Netanyahu: “Conseguenze inimmaginabili per Hamas se non rilascia ostaggi”. Scontri tra agenti e parenti rapiti al Parlamento israeliano

(Adnkronos) – Ci sono stati violenti scontri alla Knesset, il Parlamento israeliano, oggi, 3 marzo, tra i parenti degli ostaggi e gli agenti. Le guardie di sicurezza hanno impedito l'accesso alla tribuna degli ospiti dello Knesset ai membri del Consiglio di ottobre. In risposta il gruppo, che rappresenta 1.500 famiglie in lutto e le famiglie di ostaggi, ha prima chiesto al presidente della Knesset Amir Ohana di intervenire "immediatamente" e, poi, ha invocato le sue dimissioni. "La violenza rivolta alle famiglie del Consiglio di ottobre è inaccettabile", si legge in una nota, dove si sostiene che l'obiettivo è quello di impedire alle famiglie di ricevere risposte su quanto accaduto ai loro cari il 7 ottobre. "Il presidente della Knesset dovrebbe dimettersi oggi. Ordinando che le famiglie in lutto vengano picchiate dalla Guardia della Knesset, ha fatto sì che l'intero Stato di Israele si vergognasse di lui", afferma il gruppo. "La nostra pazienza sta finendo", aggiunge. Il leader dell'opposizione Yair Lapid ha scritto su 'X': "Non c'è limite all'orrore e alla vergogna delle immagini delle guardie della Knesset che allontanano con la forza le famiglie in lutto del 7 ottobre. Amir Ohana è un complice di questa vergogna. Nessuno ha degradato l'istituzione del presidente della Knesset più di lui''.  
Hamas ''non può neanche immaginare le conseguenze'' che subirà se non rilascerà gli ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha affermato oggi, 3 marzo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo alla Knesset. Gli accordi sulla tregua sono in un momento di stallo, dopo che Israele ha annunciato lo stop all'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza in risposta al rifiuto di Hamas di accettare una proroga senza passare direttamente alla fase due come inizialmente previsto.   Da parte sua Hamas ha accusato Israele di lavorare per il "fallimento" dell'accordo di tregua nella Striscia di Gaza. Un piano che, aggiungono, punterebbe anche a boicottare il rilascio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. "Nonostante l'accordo di cessate il fuoco, l'occupazione" e il premier israeliano Benjamin "Netanyahu stanno cercando di rilanciare l'aggressione contro il nostro popolo", ha detto Osama Hamdan, esponente di Hamas, accusando Israele di essere "interessato al fallimento dell'accordo e di lavorare sodo per arrivare a questo". "Hamas ha cibo a sufficienza per alimentare un'epidemia di obesità'' ha detto il portavoce del governo di Israele David Mencer, rispondendo alle critiche internazionali sulla decisione di sospendere gli aiuti umanitari. Perché ''accumula i rifornimenti'' per i suoi militanti in modo che possano avere ''per mesi e mesi''. E in conferenza stampa accusa Hamas: "I rifornimenti ci sono, ma Hamas non li condivide" con la popolazione palestinese, ha sostenuto Mencer. Hamas insiste sul fatto che "l'unico modo" per arrivare alla liberazione degli ostaggi israeliani, trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, è "rispettare l'accordo e passare immediatamente ai negoziati per l'inizio della seconda fase". "La sicurezza e la stabilità a livello internazionale sono minacciate dal sostegno totale degli Stati Uniti" a Israele e dal "silenzio internazionale sulle sue azioni", ha sostenuto, parlando di "minaccia" da parte israeliana di "riprendere la guerra di sterminio contro il nostro popolo", di "intensificazione dell'aggressione contro la Cisgiordania", di "aggressione contro il Libano" e "aggressione brutale anche in Siria". Hamadan ha denunciato l'uccisione di 116 palestinesi a Gaza dall'entrata in vigore del cessate il fuoco e "operazioni quotidiane" degli israeliani nella Striscia.     —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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