Anche se Natale è andato in soffitta da qualche giorno, le Associazioni di categoria hanno già fatto le prime stime. Le quali, indicano come quasi mezzo miliardo di avanzi sono rimasti sulle tavole imbandite per cenoni e pranzi che, in molte famiglie, sono stati riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi legati alla sofferenza economica. Questo, e’ quanto stima la Coldiretti, che ha sottolineato che il 33% degli italiani ha diminuito gli sprechi alimentari mentre il 31% li ha mantenuti costanti, il 25% li ha addirittura annullati e solo il 7% li ha aumentati. Tra i nostri connazionali che ha adottato questa linea il 60% lo ha fatto utilizzando gli avanzi dei piatti del giorno prima che sono tornati prepotentemente nelle abitudini alimentari delle famiglie che abitano nelle varie regioni dello stivale. A fare bella mostra sulle tavole ancora vestite rigorosamente di rosso e oro, con tanto di candele e addobbi vari, polpette e polpettoni a base di carne o tartare di pesce da considerare una ottima soluzione per recuperare questo alimento non sempre gradito al palato. Secondi cui hanno fatto da pendant le frittate accompagnate da verdura, senza dimenticare la classica ratatouille, minestra a base di verdura mutuata dalla “nouvelle cousine” dei nostri cugini d’oltralpe, da non confondere con personaggio della Disney; il simpatico “topolino” appassionato di cucina che qualche anno fa allietò nelle sale cinematografiche, proprio in occasione del Natale, non solo i più piccoli.
Tra i cosiddetti avanzi spicca la frutta secca che può essere facilmente caramellata per diventare un “torrone innovativo” mentre con quella fresca si posso ottenere, marmellate e macedonie che precedono i dolci tradizionali, come il pandoro o il panettone, spesso farciti con creme. Il tutto in considerazione che recuperare il cibo è una scelta che favorisce sia l’economia sia l’ambiente. Andando a fare i conti in tasca ai nostri connazionali l’88% ha speso 2,3 miliardi di euro, il 6% in più rispetto allo scorso anno. A favorire il tutto, è stata soprattutto la valorizzazione e la riscoperta del Made in Italy, con cibi esotici e fuori stagione praticamente banditi dalle tavole dove ha primeggiato il bollito, i polli arrosto, i cappelletti o i taglioni in brodo, le pizze rustiche e soprattutto i dolci regionali con una media di 3,3 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti e di manicaretti che hanno permesso di riscoprire tra l’altro, come “il riciclo gastronomico”, è positivo sotto tutti i punti di vista e non segno di recessione economica.
Massimo Dalla Torre