Natale, tempo di regali anche se le ristrettezze economiche non permettono di allargare i cordoni della borsa, sempre più in recessione, sempre più vuota. Tuttavia, gli italiani, non sanno rinunciare a quello che fa si che li possa portare fuori dalla routine quotidiana al quanto grigia. Situazione che vede sempre più connazionali rivolgersi al mercato del “tarocco” per l’acquisto di fuochi illegali, giocattoli fuori norma, accessori, capi d’abbigliamento e prodotti agroalimentari sempre più sul mercato specialmente quello parallelo. Oggetti, cose e prodotti che muovono un giro d’affari considerevole tanto da indurre FareAmbiente a fare il punto della situazione contenuto nell’annuale rapporto. Ad aprire il capitolo del dossier sono i fuochi pirotecnici, botti e affini che mostra come il mercato legale si aggira intorno ai 100 milioni di euro mentre quello nero è di 200 milioni ossia il doppio. Innalzamento registrato soprattutto in alcune città a rischio: Napoli e il suo hinterland, Bari e Palermo, con danni non solo in termini economici ma soprattutto di sicurezza. Segue la contraffazione dei giocattoli che fa perdere ogni anno il 15,6% delle vendite dirette del settore per un valore pari a 201 milioni di euro. Si tratta prevalentemente di prodotti verniciati con sostanze chimiche cancerogene o contenenti metalli pesanti, assemblati con pezzi che si staccano facilmente e a rischio di ingestione o soffocamento, con punte aguzze o angoli taglienti, specialmente se i destinatari sono i più piccoli, ignari della pericolosità. Ad appigliare i giocattoli, la contraffazione dell’abbigliamento e accessori, calzature, apparecchiature elettriche, profumi e cosmetici. Categoria che nell’ultimo decennio ha visto l’intervento decisivo delle fiamme gialle che ha sequestrato oltre 310 milioni di prodotti.
Contraffatti anche i generi alimentari tant’è che il Corpo Forestale dello Stato, nel 2015, ha scovato 4mila bottiglie di olio extra vergine di oliva contraffatte, 85 tonnellate di olive illecitamente colorate con solfato di rame, tartufi farlocchi e 1.400 kg di pasta prodotta con grano duro extracomunitario, falsamente indicato come “grano duro della Puglia”, con sanzioni per un totale di oltre 41mila euro. Cose che, sempre secondo Fareambiente in collaborazione con la testata www.frodialimentari.it, indicano che la spesa familiare si aggira intorno a una media nazionale di 700 euro, con differenze da regione a regione e per tipologia di prodotti: mentre al Nord si spenderà di più in regali tecnologici e viaggi, arrivando anche a superare i 1000 euro, al Sud si spenderà anche meno di 300 euro per cibo e giocattoli oltre che per i classici botti di Natale, luminarie e regali, che in percentuale, vede il 54% di italiani recarsi nei mercatini o nei negozi gestiti da chi proviene dai Paesi Orientali.
Il motivo? Semplice: gli acquisti natalizi sono un obbligo che induce a fare i conti della massaia; ecco perché nelle fasce medie che vanno da 1000 a 2000 euro, si acquistano prodotti sia nei mercatini sia nei centri commerciali, ma anche in questo segmento sono in pochi a controllare se il prodotto è a norma; ecco perché bisogna guardare attentamente a quello che si compra, con la speranza che “l’acquisto” non duri come recita un espressione popolare: “da Natale a Santo Stefano”.
Massimo Dalla Torre