Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’Assessore regionale Pierpaolo Nagni alla nota divulgata ieri dall’Azienda ATM.
Un disco rotto. È quello suonato dall’Atm che, soltanto oggi, punta il dito contro la Regione Molise celando, dietro pretese creditorie inerenti le tessere di libera circolazione, il contratto collettivo e chilometri “aggiuntivi” ben altre rivendicazioni. Altro che volpe e altro che uva! Ad ogni modo, rispediamo le accuse al mittente ribadendo in maniera generale che siamo in regola con i pagamenti fino al mese di novembre e che presto provvederemo, dopo le dovute verifiche, a pagare all’azienda anche le spettanze di dicembre.
Nello specifico, invece, a scanso di equivoci, in merito al pagamento delle tessere di libera circolazione, si ricorda che la delibera di Giunta regionale n.644/2011, di approvazione del contratto del servizio, pone in maniera esplicita a carico dell’impresa l’onere dell’esibizione della documentazione idonea a certificare il numero di utenti e di viaggi che hanno fruito del servizio gratuito, e ciò al fine di consentire alla Regione la quantificazione dell’importo da corrispondere, che non può essere ipotetico, ma deve corrispondere in maniera precisa al servizio reso. non avendo l’azienda rispettato quanto stabilito dalla delibera, la Regione non ha potuto procedere al pagamento. La citata deliberazione, infatti, stabilisce espressamente che non si può procedere alla compensazione nel caso in cui l’impresa non dimostri la quantità di servizi prestati. Lo stesso atto prevede nella tabella dei compensi alle aziende che il conguaglio di fine esercizio debba essere eseguito in relazione agli introiti complessivi conseguiti (proventi tariffari, compensi tessere di libera circolazione e compartecipazione gettito accise).Tutto ciò risulta peraltro essere stato ulteriormente chiarito nel corso di alcune riunioni con i rappresentati delle ditte di trasporto alle quali ha partecipato anche l’ATM.Per quanto attiene invece al CCNL, che è stato in gran parte già pagato, va detto che l’art. 9 del contratto di servizio prevede unicamente l’obbligo della Regione di corrispondere alla Società, a compensazione per tutti gli obblighi ed i costi scaturenti dall’esercizio del servizio,l’importo chilometrico moltiplicato per il numerodei chilometri desunto dal programma di esercizio. Il sistema di compensazione è configurato sulla base del calcolo dei costi sostenuti per l’assolvimento di tutti gli obblighi definiti nel contratto di servizio( detrazione dei ricavi tariffari e qualsiasi altro ricavo generato nell’assolvimento degli obblighi di servizio) e sull’addizione del ragionevole margine di utile. Proprio al fine di evitare compensazioni superiori o minori rispetto ai costi, le ditte sono tenute a presentare a fine esercizio i bilanci sui quali sono attualmente in corso, da parte nostra, le debite verifiche.Per le aziende con una percorrenza annua superiore a 300.000 bus* Km il controllo deve essere effettuato sui ricavi da traffico e le tessere di libera circolazione dal momento che tutti gli altri costi (quindi anche i costi del personale) sono stati calcolati a priori posti a base della compensazione. È presumibile, quindi, che i rinnovi contrattuali precedenti al 2012 siano stati già computati nel costo del personale inserito nel costo chilometrico.Inoltre, con la istituzione, nel 2013, del Fondo Unico gomma-ferro, nel quale convergono tutti i trasferimenti correnti statali per l’esercizio del TPL, è cessato il trasferimento da parte dello Stato di risorse specificatamente dedicate all’adeguamento del CCNL.In merito, infine, alla questione delle corse biregionali, la Regione ha puntualmente rispettato il contratto di servizio. In detto contratto non era prevista la remunerazione dei chilometri effettuati nelle regioni limitrofe ma, a quanto pare, la ditta ha fino ad oggi ritenuto conveniente svolgerli con le modalità concordate a suo tempo con la Regione.Se la ditta ritiene che tali modalità non siano più idonee, per il futuro, potrà essere valutata dal Servizio Mobilità la possibilità di modificare i programmi di servizio o i corrispettivi contrattuali.Detto questo, il dato di fatto più certo, quello che davvero ci interessa, è che stiamo operando secondo la legge e che l’ultimo attacco sferrato da ATM nei nostri confronti sia stato oltremodo scomposto e sopra le righe.Rimaniamo infatti dell’avviso che, parlando di un pubblico servizio, serva da parte di tutti un atteggiamento costruttivo e che politica, amministrazione e aziende devono viaggiare nella stessa direzione . Il trasporto è pubblico non solo perché è a servizio di tutta la Regione ma anche perché non è proprietà di nessuno. In questo contesto ognuno dovrebbe fare la sua parte pro e non contro. Ad ogni modo, prendiamo atto dell’ennesimo attacco da parte di Atm lo aggiungiamo, insieme agli altri, al carico del bagaglio.
Pierpaolo Nagni, assessore regionale ai Trasporti