L’attuale scenario offerto dal dibattito in corso a livello nazionale sulla riforma della legge elettorale e le ipotetiche elezioni che ne potrebbero seguire, impone qualche riflessione.
Innanzitutto, rispetto a quanto in discussione, non credo sia il caso demonizzare questo processo, naturale e non più derogabile, di una revisione del sistema elettorale italiano che impone un’attualizzazione dei criteri di rappresentatività.
Immagino, per prima cosa, che sia necessario ripartire dall’ ultima esperienze di Governo e da quanto di buono sia stato fatto, nonostante le difficoltà che lo scenario politico italiano e internazionale abbia scandito e imposto.
Tanto chiarito, entrando in una dimensione più politica, dopo annunci mai seguiti da interventi e azioni concrete, si potrebbe creare quella condizione perfetta per realizzare un contenitore moderato, stabile, attuale, ben perimetrato e che veda al proprio interno le migliori esperienze centriste italiane.
Penso che in Italia, ma specialmente in Molise, oggi sussistano condizioni e presupposti per lavorare a un’idea che metta in relazione donne e uomini, accomunati da valori ed esperienze simili, e che darebbe vita a quella “casa comune” che nessuno è mai riuscito a costruire in maniera stabile.
Progetto che, senza alimentare facili entusiasmi, dalle nostre parti potrebbe assestarsi su percentuali a doppia cifra, cosa che significherebbe un posizionamento di rilievo nel quadro politico regionale.
Insomma, provando a dirla con un po’ d’enfasi: non è il momento di riunire centro destra o centro sinistra: serve riunire i moderati!
Un progetto che con una sola voce, concordata e condivisa, possa assumersi la responsabilità di una essenziale riconfigurazione politica dei partiti e movimenti interessati, ridando forza alle tematiche e agli interessi di migliaia di persone. Provando a fare una digressione, l’esempio offerto dalle ultime consultazioni francesi ci palesa quanto in fasi particolari come quella attuale, il desiderio di serenità e stabilità sociale, renda comunque l’area popolare e moderata quella più garantista rispetto all’equilibrio e alla pace sociale, a discapito di movimenti estremisti, che ormai alzano l’asticella del volume del confronto, tralasciando i veri temi che toccano la società, favorendo aggressività, supponenza, prepotenza.
E questo esempio ha forte valenza in un Paese, la Francia, che più volte è stato anche duro nei confronti della sua classe dirigente.
Ovviamente, tornando alle questioni “nostre”, tutto ciò comporterebbe un grande lavoro di mediazione e sintesi rispetto alle tante (oggi 16) sigle che attualmente circuitano all’interno di questa “nuvola moderata”predeterminata, ma mai formalizzata con criterio.
Naturalmente, chi oggi potrebbe essere l’artefice di un lavoro d’aggregazione, è il Partito più caratterizzato del centro, meglio strutturato e supportato dalle varie rappresentanze istituzionali presenti sui vari territori.
Partito che naturalmente sarebbe chiamato a lavorare sui due binari del nostro sistema elettorale.
Sul primo, il maggioritario, che caratterizza le competizioni regionali, si andrebbe ad aderire in anticipo alle coalizioni, partecipando alle stesure dei programmi, alla composizione della coalizione stessa, al confronto con gli alleati; sul secondo, nel proporzionale in chiave nazionale, invece, la sfida sarebbe quella di lavorare a un proprio percorso, sulla base di un autonomo progetto politico, puntando a superare lo sbarramento che sarà previsto.
Sicuramente un lavoro arduo, quest’ultimo, a giudicare da quanto oggi si sente rispetto ai numeri e alle ipotesi, ma che tuttavia deve esser visto positivamente, come sfida e trampolino di crescita in termini aggregativi e del consenso.
Rispetto al quadro politico molisano, invece, ci troviamo dinanzi a un grande potenziale su cui lavorare, non ancora del tutto espresso e sintetizzato, in cui creare una condizione di convivenza programmatica, oltre che culturale, che segni da un lato il distacco dalle ali più estreme della politica e dall’altro guardi a un progetto di lungo respiro.
Nel Molise, un progetto di questo tipo troverebbe terreno fertile, ma c’è bisogno di coraggio per renderlo interessante e attrattivo, immaginandolo come soggetto carismatico, di forte rappresentanza e di partecipazione.
Per raggiungere questi ambiziosi ma tangibili obiettivi, sarà necessario aprire un dibattito su tale modello che accantoni definitivamente l’autoreferenzialità e i personalismi che, seppur sconfitti, provano ad anteporre obiettivi individuali a quelli di gruppo.