Manifesti, volantini, un battage pubblicitario per un fumetto.. In occasione dei 30 anni dell’Associazione pro crociati e trinitari viene partorita, tra le altre iniziative, una graphic novel per… già per cosa? Per far conoscere, partendo dalla leggenda, una porzione fondamentale di storia locale campobassana? Per avvincere i giovani in una storia che si tramandava nella città? Per esortare al recupero dei valori di pace o solidarietà? Per fare una opera di “sensibilizzazione didattica”? Questo è il punto: qual è la mission di tale opera ( non “prima” e spiegheremo il perché) realizzata con il contributo della Provincia di Campobasso” Progetto in TourAct”?
Dieci anni fa lo scrivente, coadiuvato dai disegni di Luigi de Michele, ebbe l’idea, occupandosi a più riprese di cercare di riportare storicità nelle pieghe della storia campobassana di dare un contributo per diffondere, attraverso un fumetto, la storia campobassana, intricato fiume di eventi intrecciati tra i “Misteri” e i “crociati e trinitari”.Tutto questo dopo aver pubblicato due lavori, uno dedicato alla processione dei misteri e l’altro, “il potere controverso”, alla ricostruzione delle dinamiche confraternali in Campobasso. Nacque un lavoro a fumetti, inizialmente a colori, poi trasposto in bianco e nero per problemi economici. Quando chiedemmo una piccola sponsorizzazione ai politici dell’epoca ci fu risposto ” non ci sono soldi”, frase famosa per chi va a proporre un progetto senza “sponsor” politico. Iniziò la traversia del fumetto che fu più volte presentato in trasmissioni televisive, persino ad uno speciale di linea verde dedicato a Campobasso, ma che, ahimè non vide mai la pubblicazione. Ora che, proprio a distanza di dieci anni, vede la luce un’altra opera a fumetti, che ho letto e ho apprezzato nel tratto artistico, mi vengono in mente alcune riflessioni. Le operazioni di valorizzazione culturale dovrebbero apportare migliorativi, scientifici o divulgativi, ad un segmento storico, non farlo ripiombare indietro nella confusione.
In questo lavoro, purtroppo, si cade nuovamente nella confusione storica. Eccone alcuni motivi.
IL LESSICO DELLA NOVELLA: RIsaltano alcune incongruenze storiche:1) I TERRAZZANI : L’autore del fumetto definisce tali i campobassani; al contrario, come testimoninao gli storici dell’epoca tra cui lo stesso Ziccardi, questi terrazzani erano i Trinitari immigrati nel Cinquecento . 2) CIAO. Fonzo saluta la sua Delicata, alla fine della storia con un “ciao”, spezzando la tragicità dell’evento. Licenza poetica? forse, anche se la parola “ciao” non era certo in uso nel ‘500 come saluto ed è documentata agli inizi del Settecento per poi trovare una prima diffusione colta in Verga nel 1800. 3) ECCELLENZA- EMINENZA: Il vescovo incontrato da Padre Geronimo è salutato con l’attributo di eccellenza e poi di eminenza. Di conseguenza viene promosso da Vescovo ( eccellenza) a Eminenza ( cardinale)! Licenza teologica? ed altro ancora….
Ed ora andiamo alle “licenze” storiche. 1) Nelle prime pagine si vedono i Crociati in abito… e in che abito? Hanno una croce cucita sul petto! Eppure anche dal quadro del Felice, abbondantemente citato, si nota che i “confrati” erano in sacco e cappuccio per non farsi riconoscere, soprattutto durante le processioni e non avrebbero mai portato un simbolo così “grossolano ” di riconoscimento sul petto… Forse che l’autore confonde i “crociati” cinquecenteschi per i “crociati ” delle crociate? 2) a pag. 6 l’autore “immagina” una processione e un conseguente omicidio. I documenti dell’epoca testimoniano che le processioni venivano officiate dalle confraternite in “sacco e cappuccio” mantenendo lo schema penitenziale dell’epoca e in genere “gli omicidi” erano commessi appunto dai confrati incappucciati che nascondevano gli “stiletti” tra le pieghe delle maniche del “sacco”… e va bè, altra licenza. 3) a pag. 25 è “costruito” un episodio che, mi sembra, rivela una incongruenza storica troppo evidente. Le confraternite ( facciamo un po’ di storia) erano centri di potere ( come si dice giustamente nell’introduzione) che tendevano ad essere autonome nell’organizzazione degli eventi religiose. Perché mai si sarebbero dovute recare a Bojano dal Vescovo a chiedere aiuto? Nei documenti storici presenti nell’edizione critica allo Ziccardi da parte dell’Albino, si riporta il documento storico che portò alla venuta in Campobasso del predicatore Geronimo da Sorbo, fortemente voluto dalle confraternite e non da un vescovo che, di sicuro, non i si inseriva in queste dispute violente interne. ( quattro pagine di licenza che dal verosimile sfocia nell’immaginario)… 4) Il vescovo parla di Campobasso come città: ma se questo titolo le viene attribuito nel 1700 e non prima… e potrei andare avanti con altre “confusionarie” licenze ( ma sono ora troppe) poetiche. E, al contrario, ” nella grafic novel” sono eliminati elementi storici caratterizzanti la vicenda: dove sono i Trionfi dell’epoca, che poi diverranno i Misteri settecenteschi: per quelle precedenze si giocavano vite ed interessi affettivi. Non traspare la fierezza dell’epoca, il clima fervente culturale del periodo…
Una sola riflessione. E’ bello che ci si interessi al patrimonio di cultura immateriale della nostra zona, è bellissimo che i “politici” si spingano in operazioni culturali di valorizzazione; è triste, tuttavia, che si continui in una dimensione di divulgazione “generica e confusa” affidata a sentimentalismi ( o a “clientelismi”) che non giovano alla crescita culturale di una terra che ha un profondo sostrato culturale che ancora oggi vive nella confusione e nel genericismo. Qualcuno penserà: ti senti svilito perché per dieci anni hai per cercare di avere un piccolo finanziamento per pubblicare il fumetto che insieme al buon Luigi de Michele ( che come me, ha fatto tutto gratis) avevi ideato. E non era solo la pubblicazione del fumetto che mi interessava quanto il fare un’opera di diffusione didattica nelle scuole. Forse, ma è soprattutto il legame d’amore che mi stringe a questa città, a farmi scrivere. Una città dal patrimonio di cultura immateriale notevole che non riesce ” a difendere” e valorizzare pienamente queste bellezze. Dai Misteri al venerdì santo, all’infiorata dei Monti, ai crociati e trinitari, alle tante altre espressioni di beni che non hanno mai avuto una progettualità coerente e continuativa. Per anni le varie amministrazioni, in modo “autoreferenziale”, hanno proposto modalità diverse di valorizzazione. A Campobasso manca una “progettualità” culturale che non sia legata al “particulare” ma che sviluppi una managerialità culturale tipica e topica. Del resto i crociati e trinitari, al contrario, hanno ancora tanto da insegnare all’uomo contemporaneo. Stretti intorno ad una religiosità coreografica popolare ( seppur strumentale) erano strenui difensori della propria identità culturale. Una identità poco conosciuta e a volte distorta ( come nel caso della “grafic novel”) che non contribuisce alla valorizzazione di questo tesoro nascosto che, solo grazie al volontariato delle associazioni di settore sopravive. E mi viene da dire: Campobassani di tutto il mondo “unitevi” per difendere e diffondere il patrimonio culturale che abbiamo ricevuto in sapiente eredità dal passato!
Elia Rubino