La Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise e l’Osservatorio Antimafia del Molise lanciano un appello al fine di provare a sconfiggere il cancro delle mafie e della corruzione. Due piaghe che affliggono l’Italia nel profondo del proprio tessuto sociale, politico ed economico. Vincenzo Musacchio, presidente delle due associazioni, ci conferma: “L’Italia sta affrontando una situazione molto difficile, se non addirittura disperata, dopo alcuni tentennamenti nella lotta senza quartiere alla criminalità organizzata”.
”Le mafie e la corruzione ormai sono divenute pervasive e interessano tutti i livelli delle istituzioni pubbliche e private”. Tra gli ultimi posti della classifica europea dell’indice di percezione della corruzione, c’è proprio il nostro Paese. Su una scala da 0 a 100, in cui il 100 indica l’assenza di corruzione, l’Italia ha ottenuto nel 2018 un punteggio pari a 53. “Si respira un’atmosfera di profonda frustrazione dovuta al predominio mafioso e al livello di corruzione del Paese, se si pensa che su due italiani uno sarebbe corrotto, continua Musacchio”. “In un Paese dove prosperano mafie e corruzione, le aziende straniere ci pensano due volte prima di venire a investire”.
A tutto ciò se si aggiunge la crisi profonda in cui è caduta la giustizia italiana, la situazione diventa molto preoccupante. Tramite i mass media ci auspichiamo di poter lanciare la nostra campagna “Liberiamoci dalle catene della mafia e della corruzione”. Le mafie e la corruzione, in Italia, non si manifestano solo nella pratica illecita messa in atto da politici e funzionari disonesti, dobbiamo riconoscerlo, questi mali ormai hanno assunto le sembianze di un vero e proprio cancro metastatizzato che non risparmia nessun settore della società civile. “Non è un caso che Venezia il Mose non funzioni, che a Genova crolli un ponte perché i controlli erano fasulli, ottenuti forse pagando il funzionario di turno che invece avrebbe dovuto supervisionare proprio tali controlli”.
Un fenomeno pervasivo e “pianificato” al punto che, ormai le vittime di mafia e di condotte estorsive e corruttive si aspettano sempre di dover pagare una somma in denaro per ottenere un proprio diritto. Una pratica che coinvolge tutti, anche chi dovrebbe contrastare questi fenomeni criminali. Le mafie e la corruzione ormai sono diventate assuefazione! Sono qualcosa che ci entra dentro e al quale ci abituiamo senza rendercene conto o senza voler reagire. Per questo, è importante adottare misure serie e a lungo termine perché non si può pensare di debellare questo virus nel breve periodo.
Come in tutte le cose, bisogna cominciare, e come diceva Rita Atria: “Se non vuoi la mafia nel tuo cuore, nella tua vita, comincia a debellare quella che hai dentro di te!” Se non cominciamo noi, non cominceranno neanche quelli che vivono con noi e da noi traggono esempio. Le mafie e la corruzione ci rubano il futuro e lo rubano soprattutto ai nostri figli! Pertanto lanciamo la nostra campagna “Liberiamoci dalle catene della mafia e della corruzione” definendo questi fenomeni criminali una vera e propria “putrefazione della società”. Sarà questa l’iniziativa che la Scuola di Legalità “don Peppe Diana” e l’Osservatorio Antimafia del Molise porteranno in tutte le scuole d’Italia. Proviamo a portare un barlume di speranza ai nostri giovani.
Assieme a Daniele Colucci, presidente vicario dell’Osservatorio e Consigliere della Corte di Appello di Napoli, vogliamo reiterare l’invito a unire le forze per eliminare queste piaghe che affliggono la società, “perché il cancro delle mafie e della corruzione non può essere affrontato agendo isolati”. Per debellare questa metastasi che colpisce ormai ogni organo vitale del Paese, “occorre un movimento popolare, un’iniziativa che parta dalla società a ogni livello”. “Noi faremo la nostra parte, ma se ci fermiamo alle dichiarazioni d’intenti, non andremo lontano”. Speriamo che questa iniziativa sia accolta da tutti e ognuno la faccia propria, perché il singolo cittadino da solo è assolutamente impotente di fronte a tutto ciò”.
“Auspichiamo che si generi una sensibilità crescente tra la gente e che questa campagna sia solo il punto di partenza di un impegno continuato che vada ben di là di un proclama, diventando un tema prioritario e un impegno concreto nella lotta alle mafie e alla corruzione. La nostra missione è ogni giorno in prima linea, dimostrando ai giovani – come mi ha insegnato il mio maestro Antonino Caponnetto, precisa Musacchio – che la cultura vince sulle mafie e la scuola sull’ignoranza. Con enormi difficoltà proveremo ad insegnare ai giovani che l’illegalità non paga ma i libri e la conoscenza sì.