È evidente che le scelte politiche adottate negli ultimi anni hanno portato a tagli della spesa pubblica nel settore della sanità, dove troppo spesso si è dato maggior peso a indici ragionieristici più che al principio di umanizzazione delle cure, comportando gravi conseguenze nella tutela e nell’accesso alle cure stesse.
Certi dati ci devono far riflettere: nel 2016 circa 11 milioni di Italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche, con un aumento di ben 2 milioni in più rispetto al 2012, con la spesa sanitaria legata alle prestazioni private nel 2016 che ammonta a 34,5 miliardi di euro, ossia + 3,2% rispetto al biennio 2013/2015; per il Molise da registrare che la spesa per l’attività intramoenia è cresciuta del +9,7%, mentre resta più presente che mai il problema delle liste di attesa: 371 giorni per effettuare un’ecografia della mammella al Poliambulatorio di Bojano, 369 giorni per quella endocrinologica al Cardarelli di Campobasso, 297 per un elettrocardiogramma sempre al Cardarelli o 306 giorni per un’ecografia all’addome presso il Vietri di Larino, e così via anche per altre visite specialistiche.
Purtroppo in Molise, così come in Italia, assistiamo a un sistematico definanziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale, con la chiusura degli ospedali e dei servizi territoriali, in un sistema regionale ancora segnato dal blocco del turnover in cui le condizioni di lavoro di chi opera in ambito sanitario tendono ad un negativo peggioramento, e dove ai privati spetta il 38% dei posti a fronte del 62% del pubblico, dato sproporzionato rispetto al resto d’Italia
Questo cosa ha comportato? Che il Molise non raggiunge la “soglia minima” delle cure garantite ai cittadini dal Servizio sanitario, poiché i commissariamenti “hanno migliorato i conti ma non il livello delle cure”. Come abbiamo avuto modo di apprendere il Molise con 156 punti si trova sotto la soglia di 160, ossia il punteggio minimo da raggiungere per essere adempienti rispetto all’attuazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), con un calo di 3 punti rispetto ai 159 del 2015.
È questa la tanto sbandierata sanità di qualità? Per queste ragioni come Movimento Nazionale per la Sovranità abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione di piazza prevista a Campobasso venerdì 7 aprile per ribadire la centralità e l’importanza nel sistema della sanità pubblica, primo e fondamentale presidio di riferimento per i cittadini.
Carlo Perrella
Commissario Regione Molise Movimento Nazionale per la Sovranità