Lo spettro del Balduzzi non può distrarre dal fallimento politico-amministrativo di Frattura. Il Molise dorme mentre l’Europa minaccia sanzioni. La liquidazione dell’Asrem potrebbe dare il colpo di grazia. Mentre in Regione si discute e ci si allarma per la pubblicazione del famigerato ‘Decreto Balduzzi’, la Commissione Europea minaccia seri provvedimenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni che ritardano i pagamenti. Il ‘Balduzzi’, che in nome di riorganizzazione e riduzione della spesa, sancisce la fine dell’attuale rete pubblica ospedaliera molisana così come la conosciamo, è stato ancora una volta preso di mira in maniera strumentale da chi vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi. Il Movimento 5 Stelle ha già detto chiaramente che il fallimento di Frattura nel suo ruolo di Commissario per la sanità è tutto nella sua incapacità di fare i compiti a casa. Siamo ancora in attesa di un Programma Operativo accettabile per il Tavolo romano che, che piaccia o no, resta l’organismo di controllo al quale la Sanità molisana dovrà rendere conto fin quando non si riuscirà ad accompagnare la Regione fuori dal Piano di rientro riprendendosi la credibilità istituzionale necessaria ad affermare con forza davanti al Governo centrale che il diritto alla salute dei molisani è un bene superiore rispetto a qualunque idea di spending review! Invece c’è chi ancora prova a rincorrere pretestuose impugnative che non portano da nessuna parte.
Ma il piano locale è legato a doppia mandata con quello internazionale. In una recente interrogazione al Parlamento Europeo a firma dei nostri eurodeputati, Pedicini, Castaldo, Valli, Evi e Tamburrano, il Commissario europeo per il Mercato Interno, Bienkowska, ha affermato che se entro giugno 2015 le amministrazioni pubbliche italiane non riusciranno a ridurre i tempi di pagamento ai fornitori, si “potrebbero avviare ulteriori procedimenti contro lo Stato italiano”. La Direttiva Europea 2011/7/UE fissa il limite di 30 giorni, prorogabile fino a 60 giorni, nel caso delle transazioni fra imprese e pubbliche amministrazioni. Ebbene, l’Asrem, con i suoi oltre 900 giorni di ritardo nei pagamenti, è uno degli emblemi di questo problema tutto italiano.
A questo quadro, però, va aggiunto un particolare: la proposta di legge di riordino del Sistema Sanitario Regionale che, oltre ad aprire probabili scenari di commistione pubblico-privato comunque già da noi denunciati, prevede di ‘liquidare’ l’Asrem con un’operazione a nostro avviso che difficilmente metterà nella condizione di ridurre i tempi di pagamento la pubblica amministrazione e quindi far evitare “provvedimenti” da Bruxelles, mettendo in ginocchio la galassia di piccoli fornitori che attendono di essere pagati, nel migliore dei casi da almeno un anno. Una situazione che fa il paio con quella dei grandi fornitori che, a colpi di ricorsi e contenziosi, inchiodano l’Azienda sanitaria.
Dunque, il terreno di scontro è ampio e variegato: il Movimento 5 Stelle prende le distanze da questo modo di pensare la Sanità regionale e per questo è pronto a dare battaglia in Consiglio regionale.