Paolo Maddalena a Isernia, svela il grande disegno che c’è dietro il progetto di revisione voluto dal governo: “La conseguenza sarà la svendita del territorio alla finanza internazionale e la fine del popolo sovrano”
Dopo decenni trascorsi a difendere il diritto in Italia e dopo cinque anni di pensione ha deciso di rimettere l’elmetto e tornare in battaglia. Il furore che lo anima, però, non è frutto di una cieca presa di posizione, ma è figlio dello studio in vari campi: giuridico, politico, economico-finanziario, sociale. Il vicepresidente emerito della Corte costituzionale Paolo Maddalena è stato a Isernia, ospite del Movimento 5 Stelle Molise, per raccontare il No a una riforma che vuole soltanto una “Costituzione barzelletta”.
Nella sala del Consiglio comunale accanto al professore c’erano i portavoce in Consiglio regionale, Patrizia Manzo e Antonio Federico e il padrone di casa Mino Bottiglieri, portavoce in Comune a Isernia.
Proprio Mino ha introdotto il dibattito sulla riforma, “voluta dal governo e dal presidente del Consiglio”, e sul referendum, “che ha una doppia radice d’incostituzionalità: è incostituzionale il richiedente visto che un governo non è deputato a richiedere la consultazione e lo è la maggioranza parlamentare che ha eletto quel governo”.
Patrizia Manzo ha attaccato la revisione “calata dall’alto”. E ha detto: “Non è la prima volta che ci troviamo a difendere il principio di sovranità sul nostro territorio. L’Italia è una Repubblica che ha una democrazia rappresentativa e una democrazia diretta che garantisce ai cittadini gli strumenti per incidere sulle politiche dei governi. Loro dicono che la riforma dà più poteri ai cittadini. Non è vero. Se prima servivano 50 mila firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare, ora ne serviranno 150 mila. Prima servivano 500 mila firme per chiedere un referendum abrogativo con quorum, adesso vogliono abbassare quel quorum ma solo le firma raccolte sono addirittura 800 mila: un numero improponibile”.
Antonio Federico: “La proposta di revisione costituzionale mette in mostra la ridicolizzazione del Senato e la ridicolizzazione del potere decisionale, ma i sono aspetti più striscianti e più pericolosi, perché mettono in discussione i beni di tutti, per noi costituzionalmente riconosciuti. La Costituzione ci riconosce diritti, come quelli alla Salute, all’Ambiente e al territorio, ma se la Costituzione viene cambiata come vuole il governo questi beni comuni universali saranno in discussione e rischiamo di perderli. L’esempio migliore viene dal progetto di privatizzazione della Sanità per il quale, come visto proprio in Molise, la logica del profitto viene messo davanti alla tutela della salute”.
Paolo Maddalena, invece, apre il suo intervento così: “È un’emozione capire che il popolo sia venuto a sentirmi, perché è solo il popolo che può opporsi alla distruzione della democrazia trasformata in oligarchia; può opporsi a una rappresentanza politica che non rappresenta più gli interessi del popolo ma quelli della finanza, delle multinazionali e delle banche”. Poi attacca: “Nel testo di riforma ci sono fini nascosti e menzogne, ma i miei concittadini, visto che siamo tutti italiani, capiranno cosa c’è dietro. Dicono che ridurranno i costi della politica e i parlamentari. No. Il testo va letto, va meditato, è un testo furbo ma è tutto un inganno dalle conseguenze importanti: la svendita del territorio italiano e la fine del popolo italiano.
Dentro di me c’è un ruggito che mi ha spinto a girare l’Italia per spiegare a tutti questo disegno di riforma che investe un terzo della Costituzione (47 articoli) per cambiare il quale ci vorrebbe un’assemblea costituente, non di gente nominata illegittimamente, ma nominata dal popolo. Un progetto supportato dalla propaganda del governo. Sui media, infatti, si ripetono gli appelli a favore del Sì: come si permette il governo? Quando si parlò di referendum De Gasperi lasciò la poltrona di presidente del Consiglio e andò a sedersi tra i parlamentari perché l’interlocutore è il popolo. I giudici supremi sono tutti i cittadini italiani. Non esiste un partito del Sì e uno del No, non si decide se essere pro o contro Renzi. Lui passerà, la riforma invece resterà. Il voto referendario più che un voto politico è un voto giurisdizionale, come la sentenza di un giudice: il cittadino deve decidere se il principio è conforme agli interessi generali ed esprimere un giudizio secondo scienza e coscienza.
Basta leggere poche pagine per capire che la riforma è da strappare e buttare nel cestino della carta straccia tanto è scritto male. Un esempio: l’art. 72 com’è ora conta 9 parole; la nuova versione ne conta 487 con cinque righi di riferimenti giuridici. Credo che la riforma l’abbiano scritta quelli che bazzicano Bruxelles, furbescamente ma male, perché sgrammaticata e asintattica sotto il profilo giuridico”.
Paolo Maddalena, quindi, elenca le menzogne del progetto e parte da costi e Senato: “Come fanno i nuovi senatori a rappresentare il popolo italiano, tra l’altro senza vincolo di mandato e con l’immunità, se vengono eletti dalle maggioranze dei Consigli regionali? Renzi ci spiega che la riforma riduce i costi ma non barattiamo 51 milioni di euro (non 500 come dice la Boschi) per annullare il Senato e ridurre la rappresentanza democratica del Paese”.
Secondo: “La riforma non abbrevia i termini di approvazione delle leggi. I tempi si allungano perché il Senato partecipa a firmare le leggi in casi importanti come trattati internazionali e leggi costituzionali con procedure diverse: tra 4 e 12, ancora non si capisce bene. Se Camera e Senato non si metteranno d’accordo, dovranno farlo i rispettivi presidenti, altrimenti dovrà decidere la Corte costituzionale e servirà minimo un anno. Quale abbreviazione? Ci hanno preso per scemi? Io sono colpito nell’orgoglio di italiano. Il popolo per il quale ho speso la mia vita oggi è ingannato dal governo. È inaccettabile”.
Terzo: “Qualcuno dice che l’importante è comunque cambiare, ma se mi abbassi la democrazia cambi in peggio e poi in realtà non si vuole cambiare, perché si sta attuando un vecchio disegno che risale al 1981. Si cambierebbe se fossimo di fronte a una Costituzione attuata ma che non ha dato frutti, invece la nostra non è stata ancora attuata”.
Quarto: “Questa Costituzione non giova al popolo italiano, è l’apice di un procedimento che ha radici antiche. La riforma è firmata Boschi-Renzi, ma forse è stata scritta in modo sgrammaticato da qualche lobby americana. Dietro di essa c’è un pensiero nascosto, subdolo, ma noto per i suoi effetti e per capire a chi giova c’è bisogno di calarla in un contesto generale. Il 23 maggio 2013 la Jp Morgan, una delle maggiori banche americane, ha scritto un documento nel quale si legge che le Costituzioni del Sud Europa sono troppo socialiste, vanno cambiate perché ciò non giova ai mercati, è necessario avere un esecutivo più forte, il Parlamento ha troppi poteri, serve un’oligarchia. Insomma, viene promosso un principio: non deve essere più il diritto che regola l’economia, ma dev’essere la finanza che detta le regole al diritto.
Quindi la riforma serve alla finanza internazionale, è palesemente a favore dello straniero. Ecco perché prevede tre contenuti essenziali:
Accentra i poteri dell’Esecutivo, visto che sono tolti poteri alla rappresentanza parlamentare e fa nominare ai giudici Corte costituzionali anche ai nominati della Camera e del Senato.
Distrugge il Senato. Quando voto per un Senatore penso a una persona di alto profilo, quando voto un consigliere e un sindaco penso a una persona più attiva, più capace col il diritto amministrativo, più inserito sul territorio. Ora il consigliere regionale o il sindaco sarà anche senatore, un’altra via di fuga dalla giustizia
Annienta le garanzie costituzionali previste dall’articolo 138 per il quale due Camere di pari rango devono esaminare il progetto di revisione costituzionale due volte a distanza non inferiore di tre mesi. Ma ora le due Camere non sono più di pari rango e con il ballottaggio, per magia di Renzi, la Costituzione addirittura può essere modificata anche da una maggioranza fittizia che può avere anche solo il 20-25 per cento dei voti
Viene da chiedere come possa succedere tutto ciò. Mi rifiuto di pensare che un italiano abbia potuto scrivere una cosa così contraria agli interessi del popolo italiano. Credo sia stata scritta da uno straniero visto che non accetto l’idea del tradimento. Renzi conclude un disegno cominciato altrove e lontano nel tempo. La riforma giova solo alla finanza, alle multinazionali e alle banche. Non facciamoci ingannare. Il nemico peggiore è quello che non si conosce, quindi informiamoci bene per votare in scienza e coscienza”.