Una impietosa ammissione di fallimento. Una rispettabilissima dichiarazione di resa ed un mesto ritiro dal campo di battaglia. In sintesi, un vero e proprio testamento politico. Non lasciano alcun dubbio le dichiarazioni di Gino Di Bartolomeo con le quali ha formalmente comunicato al Presidente del Consiglio Comunale ed alla città intera, le proprie dimissioni dalla carica di Sindaco della Città di Campobasso e l’abbandono di fatto, si spera, della scena politica dopo tanti, troppi anni.Ne prendiamo atto, da una parte con una certa indifferenza, consapevoli che ormai, a pochi mesi dalla fine del mandato, il gesto troppe volte annunciato ed arrivato in maniera tardiva e strumentale, potrebbe non servire a nulla e potrebbe essere solo l’ennesimo bluff, ma anche con un certo sollievo e senso di liberazione, qualora venisse confermato tra 20 giorni.
Quali siano le reali ragioni, che ne dica lui, non sarà facile scoprirlo; stanchezza, calo dei consensi, paura delle primarie, presa d’atto del fallimento amministrativo? Oppure un mero comportamento di facciata per rassicurare qualcuno del suo impegno per il dimensionamento scolastico? Sicuramente un gesto di rabbia istintiva davanti alla diaspora andata in scena questa mattina in consiglio comunale dove la maggioranza è uscita demolita da un ordine del giorno dell’opposizione in materia proprio di dimensionamento scolastico, segnale evidente di assoluta assenza di leadership politica all’interno di una coalizione che altro non si è rivelata che una accozzaglia di liste e listarelle tenute insieme a suon di contentini finché esisteva l’asse di potere Iorio – Di Bartolomeo ma che, con la caduta dell’impero azzurro regionale, si è sciolta come candida neve al sole.Comprensibile la rabbia del Big Gino nel contare, oltre alla sua mano, solo altre tre braccia alzate di fedelissimi, mentre tutti gli altri, astenendosi, lo hanno condannato alla morte politica, dichiarandogli apertamente di non offrire alcun sostegno all’ipotesi di una sua ricandidatura. Ma certamente doveva aspettarselo il Ginone: la sua ricandidatura, senza il sostegno di Iorio, senza quello della sua maggioranza, senza quello dei cittadini, è francamente insostenibile, anche perché le primarie oramai vanno di moda e rifiutare di sottoporsi al giudizio della base non è certo atteggiamento politicamente corretto, peraltro con l’aggravante di aver governato in maniera pessima la città per oltre quattro anni.Ma non sta certo a noi giudicare o valutare le beghe interne di una amministrazione certamente indegna di questo nome, ci preme soltanto che dopo oltre quattro anni di annunci e smentite, di squallide messe in scena durante i consigli comunali, di tradimenti, minacce e faide interne, finalmente sta calando il sipario su questa amministrazione responsabile, non meno di quelle precedenti, di sfaceli urbanistici, ambientali, sociali, amministrativi ed economici.E’ assai probabile che le dimissioni siano soltanto un trastullo strategico per rimodulare gli equilibri politici e verificare le posizioni dei tanti consiglieri riottosi; facile aspettarsi che, smaltita la rabbia e rimesso maldestramente a posto i cocci, Di Bartolomeo ritiri le dimissioni e non rinunci agli ultimi mesi di mandato, ma se così non fosse, ben venga il commissariamento che ci risparmierà pietosi strascichi ed una inutile agonia di un’amministrazione disastrosa che sarà ricordata, dimissioni o non dimissioni, come una delle peggiori in assoluto della storia della nostra città.