Gli effetti dello Sblocca Italia in Molise non tardano ad arrivare. Gli inceneritori, dopo la conversione del decreto, sono diventati ‘strategici’, come anche le trivellazioni petrolifere e le infrastrutture per il gas, e sono inoltre autorizzati a sfruttare la massima potenza dell’impianto. Più rifiuti, più soldi, più diossine. Politiche energetiche e gestione dei rifiuti discutibili, che riportano l’Italia indietro nel medioevo a vantaggio di speculatori e lobbisti che non guardano al futuro ma calpestano le future generazioni e la nostra terra a vantaggio dei loro profitti.
Tutto questo accade anche nei pressi di Venafro, la città più inquinata del Molise (dati Arpa), dove l’Energonut, nata come centrale a biomasse per bruciare gusci di noccioline, arriva oggi a bruciare circa 100.000 tonnellate annue di CDR (combustibile derivato da rifiuto). E’ notizia recente che l’attuale società che gestisce l’impianto di Pozzili, la HeraAmbiente spa, evidentemente non sazia, ha trasmesso alla Giunta regionale due comunicazioni per inserire una nuova tipologia di rifiuto da incenerire e per aumentare l’impianto al carico termico massimo.
Queste modifiche, che inizialmente la società ha provato a far passare comenon sostanziali, quindi non soggette a nessuna procedura di autorizzazione o di V.I.A. da parte delle autorità competenti, permetteranno all’impianto dibruciare oltre il 50% in più delle tonnellate di rifiuti che già lo alimentano attualmente.
Fortunatamente la procedura in corso per ottenere l’autorizzazione ambientale integrata (A.I.A.), necessaria e obbligatoria per garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, ha di fatto sospeso il consenso della Regione alle richieste di modifica dell’ex Energonut, nonostante il Servizio Tutela Ambientale avesse preliminarmente acconsentito, come prova la delibera regionale 231/2015.
L’A.I.A. probabilmente servirà all’azienda con sede a Pozzilli a vedersi riconosciuto in automatico il passaggio da impianto di “incenerimento” per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (D10) a impianto “a recupero di energia” (R1): l’articolo 35 dello Sblocca Italia permette agli impianti R1 la saturazione del carico termico incenerendo anche i rifiuti urbani provenienti da altre Regioni, così come i rifiuti speciali pericolosi. Prima era vietato.
Il MoVimento 5 Stelle è contrario agli inceneritori e a qualunque modifica di ampliamento, per di più se l’Italia avesse veramente intenzione di rispettare le direttive europee, portando la quota attuale di raccolta differenziata al 65% dei rifiuti solidi urbani, i nuovi inceneritori, più che strategici, potrebbero diventare obsoleti.
La decisione sta alla Regione, autorità competente in materia, che, anche se forzata dalle recenti norme nazionali, può impedire che le modifiche richieste da Herambiente possano aggravare la situazione ambientale nella zona di Venafro, soprattutto in mancanza di un Piano di risanamento della qualità dell’aria da più parti invocato e dall’incapacità della Regione di una stima sulla valutazione di impatto sanitaria.
Dal verbale della prima riunione della Conferenza dei Servizi (13mag2015), concernente il procedimento di AIA in corso, si evince che le due argomentazioni sono ancora al vaglio dell’autorità competente, si parla anche di una probabile ulteriore VIA. Pretendiamo che nella prossima riunione (29giugno), conclusiva della procedura, alla quale chiederemo di partecipare come uditori, si tenga conto delle criticità già poste all’attenzione e che il Comune di Pozzilli e il Consorzio industriale di Venafro non risultino nuovamente assenti perché il loro voto potrebbe risultare fondamentale.
Un ultimo aspetto che vogliamo porre in evidenza agli organi regionali preposti, di cui pensiamo si debba tener conto prima di rilasciare autorizzazioni, è la lacuna normativa che di fatto persiste sul tema inceneritori. A mancare è ancora il decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente, così come, entro 90 giorni, il decreto Sblocca Italia prevedeva. Nel 2008 una direttiva europea stabilì i parametri per il calcolo dei livelli di efficienza di recupero del contenuto energetico dei rifiuti urbani, ma l’Italia, nel recepire la direttiva Ue, ha modificato i parametri di calcolo a proprio vantaggio. Il decreto attuativo ormai prossimo, per evitare anche probabili procedure di infrazione, sembra infatti che introduca i correttivi richiesti da Bruxelles.
Dati inconfutabili dimostrano che gli inceneritori aumentano l’inquinamento e la mortalità, rappresentano una mera speculazione finanziaria a danno dei cittadini e assolutamente non un modello di sviluppo sostenibile: per questo il MoVimento 5 Stelle Molise si opporrà in tutte le sedi a qualunque tipo di ampliamento.