Sarà inaugurata a Roma, oggi, venerdì 22 novembre, alle ore 17:00, negli spazi della Garbatella, la Mostra personale dell’autore Molisano Leonardo Pappone, inserita all’interno della manifestazione “Molise un’altra storia”. Presente fino al primo dicembre, l’esposizione permetterà all’autore di incontrare i diversi molisani residenti a Roma, all’interno di uno spazio e di un evento, curati dal Formez, in collaborazione con la Regione Molise e l’Associazione Forche Caudine e con il supporto della Regione Lazio e del Comune di Roma, il Cna e la Camera di Commercio.
La Mostra Flash City, sarà allestita precisamente negli spazi del del Cna, in Viale Cardinale Guglielmo Massaia , 31 Roma.
Scheda Tecnica, recensioni e biografia
Mostra Flash City Scheda tecnicaTitolo: Flash city
A cura di Antonietta Campilongo
Artista: Leonardo Pappone (Leopap)
Periodo: dal 22 al 29 novembre 2013
Vernissage: venerdì 22 novembre 2013, ore 17.00 fino alle 20.00
Orario di apertura mostra : lunedì-venerdì ore 10.00-17.00
Ingresso: libero
Sede: Cna – Viale Cardinale Guglielmo Massaia , 31 – Roma.
Alla presentazione di venerdi Intervengono:
S.E. Mons. Domenico Angelo Scotti , Vescovo di Trivento (CB)
Giampiero Castellotti (giornalista)
Leonardo Pappone (artista)
Antonietta Campilongo (curatore)Patrocini:
Regione Lazio – Regione Molise – Roma Capitale – Municipio VIII
www.nwart.it
www.moliseunaltrastoria.it
“ Flash City”
In essa, l’artista offre inedite visioni di paesaggi urbani reali o progettati , prospettive, squarci di città, agglomerati moderni e sperimentazioni astratte. Il percorso, a tema socio-politico, insegue le fasi dell’antropizzazione quale processo di colonizzazione, si colgono in modo massiccio le alterazioni dei rapporti di equilibrio naturali generati dalla attività umana. Si avvertono, i maggiori rischi attuali del pianeta: sovraffollamento, sfruttamento ed esaurimento delle risorse naturali, inquinamento, globalizzazione. Sono fattori che, nella sensibilità artistica, annichiliscono l’aspetto umano che, anonimamente, resta relegato fuori dalla rappresentazione delle stesse opere. L’uomo, l’autore, restano così “fuori” dallo spazio dimensionato per consentire “un fermo immagine” “un flash” sulle frame della vita sempre in movimento .
Della rassegna “Flash City”, scrive il direttore artistico di NWart Roma, l’architetto Antonietta Campilongo :
“Leonardo Pappone sceglie il mezzo informale per lavorare sul colore e sul significato che esso assume nel momento stesso in cui viene utilizzato. La materia pittorica serve a comporre forme e segni, grazie al continuo processo di sovrapposizioni e sconnessioni. La superficie della tela consente continue sperimentazioni volte ad individuare dimensioni diverse dalla presente, quasi appartenessero al mondo interiore, caratterizzate da spazi, oggetti e luoghi, in cui i pieni e i vuoti, il dentro e il fuori, si misurano e si rimandano reciprocamente. Attraverso un gioco di frammentazioni, di sovrapposizioni di forme e colori, Leonardo Pappone ci parla del continuo evolvere dei pensieri e delle esperienze umane.
La non figurazione è il mezzo che Leonardo Pappone predilige per meglio rendere gli aspetti di interiorità, per descrivere agevolmente, senza tante distrazioni, l’aggrovigliarsi dei concetti, dei pensieri. Tuttavia non c’è un distacco completo dalla realtà; la forza degli accenti cromatici e l’incisività del segno acquistano spesso una parvenza figurativa che innescano nello spettatore un senso di inspiegabile attrazione e di dejà vu. Colore, dunque, ma anche dinamismo. Tutte le sue tele sono pervase da un dinamismo accentuato che trasmette movimento, ma anche una certa ansia, frenesia, forse quella corsa continua in cui più o meno tutti gli ‘abitanti’ della città contemporanea sono immersi. Uno specchio a mio avviso molto fedele del nostro ‘oggi urbano’, uno sguardo lucido ma allo stesso tempo non pessimista.
L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche, di forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa. L’artista non li rappresenta in modo realistico, ma attraverso un’interpretazione soggettiva, che richiama immagini mnemoniche e sintetiche di tutte quelle cementificazioni anonime e scomposte che continuano ad essere realizzate, con un processo progettuale generico ed indifferente, ai margini del caos metropolitano.”
Il Prof. Lorenzo Canova , storico d’arte e critico d’arte, scrive : “Nei suoi quadri Leopapp cerca la densità della materia cromatica, la vibrazione delle stesure, l’intensità sintetica della pennellata per restituire la pulsazione vitale della città , il fermento della metropoli elettrica rinnovato nell’intreccio degli azzurri e nella seriale scansione delle geometrie e delle architetture sovrapposte nello spazio”.
PROFILO DI UN ARTISTA
Leonardo PAPPONE, in arte “LEOPAPP”
Nato nel 1958 a Montefalcone di Val Fortore (BN), da oltre un decennio vive nel Molise a Campobasso. Avvocato, pubblicista, approccia giovanissimo con la pittura in modo del tutto istintivo, spontaneo, da autodidatta, partecipando a mostre estemporanee e concorsi nei quali riscuote consensi significativi.
Nella vita reale svolge una professione distante dai concetti artistici e forse questa sorta di “assenza” o estraneità dalla vita pittorica non aiuta inizialmente il suo estro che, tuttavia, come fuoco sotto la cenere, resiste a tanti anni di oblio; la passione per l’arte, pertanto, come un magma incandescente sotterraneo, scava cunicoli ed infine riaffiora con forza eruttiva, spingendolo, dopo oltre trent’anni, a ritrovarsi pittore per caso, quasi con funzione terapeutica, alla continua ricerca del piacere espressivo. La pittura è il suo personalissimo modo di esprimere la propria personalità e di dialogare con gli altri. Usa i colori acrilici densamente, unitamente ad altre misture, come mezzo, propaggine espressiva di stati d’animo, di immagini interiori, rappresentazioni fantastiche, ricostruzioni cromatiche e plastiche allo stesso modo.
Dalla fantasia creativa giunge all’immaginazione direttamente, senza archetipi prefissati, nel tentativo di riempire ogni spazio vuoto, ogni dimensione con colori e forme semplici, quasi primitive. Nei suoi viaggi pittorici si colgono i segni di pianeti, immagini, frammenti di meteoriti e tutto è espressione del bisogno di superare la divisione tra corporeo e psichico, tra realtà ed immaginazione.
Intinge, mescola colori, cerca simboli, nella immensa conca tumultuosa e irrefrenabile che è questo mistero chiamato “vita”.
Con le sue opere astratte, in un gioco di nascondere per svelare, rende visibile l’invisibile. Lascia che sia il visitatore con la sua immaginazione a scoprire il lato celato ed a trovare i segreti che si annidano in ogni suo lavoro.
La sua pittura tende ad illuminare attraverso varie marcature cromatiche oppure mediante le luci notturne, i soggetti o le pulsioni profonde che agitano in generale la vita e non solo quella dell’artista.
Quella di “LeoPapp”, solo apparentemente informale, è un’ arte dotata di una grande carica comunicativa sul mondo contemporaneo. E’ un intriso di modernismo metropolitano, una specie di “street art” e di astrattismo a tratti surreale, con varie sorgenti d’ispirazione che richiamano espressioni di graffitismo, writer urbani, murales, ma anche rituali sciamanici, simbologie e figure preistoriche di notevole impatto emotivo.