Eccoci nuovamente in vostra compagnia per continuare a scrivere di quanto sta accadendo nei palazzi della politica regionale specialmente in vista del prossimo referendum che chiamerà gli italiani, molisani compresi, a esprimere il proprio parere su temi che sconvolgeranno o non sconvolgeranno la legge delle leggi: la Costituzione. A quanti manifestano gradimento ai nostri articoli, almeno questo è quello che esterna la gente quando c’incontra per strada, vorremo ribadire, tanto per essere chiari, che quello che trasponiamo sul web lo facciamo non per acredine verso i “palazzi”, anche perché i personalismi li lasciamo agli altri, lo facciamo esclusivamente per dare voce a chi voce non ha, ma soprattutto per tenere alto il livello di guardia nei confronti di chi crede di essere “il signore del castello” e nel Molise di “castellani” ve ne sono fin troppi. Baruffe tra “nobili di campagna”, si fa per dire nobili, perché nella fattispecie la nobiltà è una parola grossa, che evidenzia inquietudine, protagonismo e soprattutto rivalsa assoluta degli uno contro gli altri. Baruffe e litigi che ogni giorno di più prendono corpo tanto da poterle annoverate nella categoria dei “gialli”. I quali, sono fondati sulla capacità di distrarre l’opinione pubblica dai mali che opprimono e offendono il Molise. Gialli con trame talmente squallide che, questa è l’assurdità della cosa, hanno la capacità di mitigare la gravità della situazione. Trame che si palesano soprattutto grazie all’intesa sempre più evidente tra le alte sfere che sono nelle stanze bei bottoni di questa nave senza timoniere e molti esponenti di spicco della politica nazionale anch’essa in un mare di procelle. Personaggi che tra l’altro fanno “comunella” con l’avversario, fregandosene altamente dei destini dei Molisani. Cose che, nella dannosità e nell’assurdità alquanto imbarazzante, denota spregiudicatezza disarmante e poca oculatezza da parte dei protagonisti a dimostrazione che “il lato oscuro del potere ammalia”. Un rebus cui fra Guglielmo da Baskerville, protagonista de “in nome delle rosa”, non saprebbe dare la soluzione definitiva. Insomma caos che si aggiunge a caos. Confusione che trova l’humus ideale finanche nella “faida” che si è scatenata in casa PD. Una “Resa dei Conti” mascherata dalla necessità di rinnovamento che si contrappone al conservatorismo assoluto. Cosa che applica appieno il fine “giustifica il mezzo” di Machiavellica memoria che, invece, vorremo affidare, con la speranza di non irritare nessuno, visto che le vendette sono all’ordine del giorno, alla saggezza e alla sagacia di un proverbio popolare: “Quando gli asini litigano i barili, si rompono”.
Massimo Dalla Torre