Questo, è in estrema sintesi, il commento che si potrebbe fare vista la stasi che caratterizza il Molise. Fatti che rappresentano la base perché si sviluppi una qualsiasi realtà, specialmente una come la nostra fino a questo momento non troppo incisiva, anche se eravamo una delle Regioni più promettenti del Mezzogiorno. Un invito esplicito affinché si possa dare avvio alla parte più difficile degli impegni presi in più occasioni. Un invito forte che faccia decollare, coniugando assieme, le proposte e i fatti come se fossero le dita di una mano. Un invito in cui tutti remino a favore di corrente e se ne necessita anche contro, a dimostrazione che il Molise c’è e intende restarci senza alcun timore di essere accantonato. Invito che si trasformi in realtà partendo da alcuni punti fermi: turismo, ambiente, edilizia, energia, trasporti, viabilità e infrastrutture, anche se alcuni di questi devono essere migliorati. Sette capisaldi che permettano alla nostra realtà di imporsi su quello che è definito il “deserto Meridionale”. Appellativo che spesso è venuto fuori a discapito di questa porzione di Paese appetita da molti ma guardata con sospetto per le sfaccettare non sempre favorevoli che presenta. Sette capisaldi su cui si deve insistere se si vuole che il Molise esca dalle paludi e faccia si che la “desertificazione” che negli anni ci ha penalizzato sia un ricordo ma anche monito per agire. Sette piloni di una costruzione che ci auguriamo possa erigersi senza alcuna crepa, altrimenti è destinata a crollare subito. Sette punti fermi che possano essere il punto di partenza di un qualcosa che rimanga a dimostrazione che non servono elefantizzazioni per svilupparsi; anche perché l’elefantizzazione spesso è causa di fallimenti, cosa che nella fattispecie ci si augura non accada. Ecco perché ora le idee che si strombazzano da tempo devono lasciare spazio alle azioni. Azioni che sinergicamente ed in positivo uniscano le forze. Le quali, prima di ogni cosa devono essere prettamente locali e non mascherate da tali. Forze che nascano e che si materializzino nel Molise a dimostrazione che la nostra non è una regione “rannicchiata su se stessa”. Una regione capace di camminare con le proprie gambe senza l’ausilio di alcun “tutore” che nella maggior parte delle volte indebolisce e non fortifica.
Massimo Dalla Torre
Molise: Fatti non parole, anche perché le parole come dice un detto se le porta il vento
Commenti Facebook