Di Massimo Dalla Torre
Cosa rimane dell’abbraccio del Molise ad Assisi? Questa è la domanda che ci siamo posti
da quando circa 6000 fedeli onorarono nel 2001 il poverello della cittadina abbarbicata ai
piedi del Subasio.
Domanda cui difficilmente si può dare una risposta perché l’incontro tra il Molise e l’ Umbria, nonostante sono passati anni, è stato talmente straordinario che, non si può quantizzare, se non dal punto di vista numerico. Un numero che, per molti anni, sarà
legato direttamente all’avvenimento in cui la nostra comunità nella sua interezza rese
omaggio con simboli semplici a chi si è fatto povero tra i poveri per scelta e convinzione.
Cosa che riecheggia soprattutto quando si manifesta la fede ma soprattutto la rinascita,
interna. Cosa che permette di mettere a confronto realtà simili ma anche differenti che
lanciano il messaggio di “pace e bene”. Regioni che hanno molta assonanza tra loro.
Storia, letteratura, arte e misticismo da un lato, semplicità, sofferenza, lavoro ed
emigrazione dall’altra, la cui trade-union è la fede, la tradizione e la cultura che affondano le radici nel vissuto delle genti che abitano in queste realtà. In cui, il quotidiano fa si che i valori che ispirarono il giullare di Dio sono l’humus che li alimenta. Cosa che mostra a chi critica, contesta e rigetta la persona così com’è, con le sue debolezze, le passioni e le angosce.
Parole che da Uomo testimone, uomo carne, uomo essere, personificano Francesco che da oltre 1000 anni testimonia un esempio e una scelta di vita. Cosa che permette di allontanare il cinismo e la pochezza che domina in noi che, solo al termine del cammino, ci ricordiamo di aver tradito la fiducia di chi ci aspetta nonostante lo abbiamo
ingannato, raggirato, tradito, sbeffeggiato, vilipeso, offeso e rinnegato ma questo lui lo sa: ecco perché l’incontro tra il Molise e Assisi ancora si coniuga con chi disse no gli agi, alla ricchezza e al benessere.
Un incontro che si perpetra facendo abbracciare il tau simbolo di forza e di speranza che permette di essere se stessi.