*rubrica a cura di Geremia Mancini e Mariateresa Di Lallo
Il Molise è fatto da molisani, anche da quei molisani che sono emigrati, perchè costretti o per scelta, soprattutto a cavallo delle due Guerre mondiali, ma sempre con un pensiero rivolto alla loro terra, e che si sono distinti in vari settori nel mondo. I nostri emigrati che hanno portato alto il nome del Molise e che crediamo oggi meritino di essere ricordati. Con questa rubrica vogliamo ricordarli ma anche ridare dignità ai nostri borghi, ai nostri talenti e nel contempo riaccendere l’attenzione su questo piccolo lembo di terra, non solo per storia, cultura e paesaggi ma anche dal punto di vista degli ingegni. Pultroppo il Molise come i molisani illustri, non sono presenti sui libri di storia, anche se ultimamente la nostra regione è balzata all’attenzione mediatica internazionale, ma è giusto far conoscere ai molisani in primis, o meglio far riacquistare la fierezza di appartenenza al territorio, soprattutto alle giovani generazioni, mettendoli a conoscenza che i loro avi, si sono distinti nel mondo, con sacrifici, allontanandosi dai propri familiari, a volte non riuscendo a tornare nella loro terra d’origine, ma mantenendo vive le tradizioni e i valori familiari. Di settimana in settimana racconteremo la storia di ognuno di loro, storie di emigrazione molisana, valorizzando nel contempo anche il paese di nascita.
Il Reverendo Padre “Nicolas” (Nicolino Alfonso Gioacchino) PAVONE nacque a Trivento (CB) in contrada San Nicola, il 18 agosto del 1878, da Felice (trentatreenne “fabbricante di pasta” e figlio del “sarto” Giulio e Mariagiuseppa Porfirio) e Teodora Grignoli (trentenne “filatrice” e figlia del “ferraro” Fortunato e di Emiddia Grignoli). I suoi genitori si erano sposati a Trivento il 19 ottobre del 1871.
Nel 1886 entrò nel Seminario di Trivento (eretto dal vescovo Giulio Cesare Mariconda) e fu ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1901 dal Vescovo Monsignor Carlo Pietropaoli. Nel 1902 si recò a studiare alla scuola La Minerva dei Padri Domenicani a Roma. Nel 1903 fece rientro a Trivento dove ricoprì l’incarico di segretario del vescovo e poi di parroco della Chiesa della Santa Croce di Trivento.
Nel 1904 fu insegnante nello storico Seminario di Larino. L’anno successivo si offrì di raggiungere gli stati Uniti dove c’era una forte richiesta di sacerdoti italiani. Il suo ruolo, come quello di tanti altri sacerdoti, fu determinante per i nostri emigranti. Giunse in America il 20 dicembre del 1905. L’Arcivescovo John Murphy Farley (irlandese nato nel 1842 e morto nel 1918) ne apprezzò da subito le doti umane e lo inviò come parroco alla “ St. Peter’s Church at Our Lady of the Rosary Chapel” di Poughkeepsie di New York.
Già nel 1910 acquistò un appezzamento di terreno sul quale fece costruire una nuova Chiesa con la Canonica. Durante l’inaugurazione disse: “ho insistito tanto perché sorgesse questa Chiesa che servirà a rendere migliori i cittadini di questa città e a risolvere i loro problemi”. Padre Nicolas Pavone fece costruire, asili, sale gioco e mense per i più poveri. Seguì particolarmente i figli dei nostri emigranti divenendone un punto di riferimento.
Fece avvicinate i ragazzi allo sport, lui ne era appassionato, e attrezzò campi di baseball e football e lui stesso divenne dirigente. Fu Pastore dell’istituto degli orfanelli la “Mother Cabrini Orphanage school”. E quegli orfanelli continuò a seguirli sempre, aiutandoli a trovare lavoro, a metter su famiglia e a realizzarsi nelle loro professioni. Lui di loro diceva “li sento miei figli”. Fu Rettore di vari istituti religiosi.
Trivento (CB).Il primo nucleo abitato, noto come Terventum, risale all’epoca dei Sanniti e venne colonizzato dai romani dopo le guerre sannitiche nel III secolo a. C. Fece parte della Regio IV sotto il governo di Augusto e nel Medioevo, nel VI secolo, vide la costruzione della primaria cattedrale, che sarebbe diventata sede diocesana nel 1076. Trivento fu sempre una città indipendente, fino al 1806 fu inglobata nel distretto di Isernia, che successivamente si sarebbe trasformato in provincia nel 1970. A partire da quell’anno il comune venne incluso nella provincia di Campobasso.
Degna di nota la Cattedrale dei Santi Nazario, Celso e Vittore che all’interno conserva l’altare maggiore di Paolo Saverio di Zinno. Di notevole intessere storico è la Cripta paleocristiana, sorta su un antico altare dedicato alla dea Diana, risalente ad alcuni secoli a.C., divisa in sette piccole navate con volte a crociera, con la tomba di San Casto .
Trivento è stato nominato il paese dell’uncinetto. Nel luglio 2018 è stato esposto, lungo la monumentale scalinata di San Nicola, il tappeto ad uncinetto più lungo del mondo, realizzato dal lavoro delle uncinettine di Trivento, da gruppi di crochet da tutta Italia, dal vicino Abruzzo e da Germania, Belgio, Paesi Bassi e dal Messico. 650 metri di tappeto realizzato con Granny square di 1m x 1m. Nel Natale dello stesso anno è stato realizzato un albero di Natale ad uncinetto, alto più di 6 metri. Il 9 e 10 agosto 2019 si è svolta la prima edizione dello Yarn Bombing Day. Oltre 130 artiste di Yarn Bombing provenienti da Italia, Francia, Belgio, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Spagna, Israele, Inghilterra, Russia, Australia, USA, Canada, Repubblica Dominicana, Brasile, Messico, Cile, Porto Rico, Venezuela e Colombia hanno preso parte all’evento.
*Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
*Mariateresa Di Lallo – giornalista pubblicista, appassionata di storia, usi e costumi medioevali e ricercatrice di tradizioni popolari molisane