Molisani nel Mondo/Luis Nuncio Fabrizio, Sindaco socialista di Mar del Plata e Deputato nazionale argentino, era di origini molisane

*rubrica a cura di Geremia Mancini e Mariateresa Di Lallo


Il Molise è fatto da molisani, anche da quei molisani che sono emigrati, perchè costretti o per scelta, soprattutto a cavallo delle due Guerre mondiali, ma sempre con un pensiero rivolto alla loro terra, e che si sono distinti in vari settori nel mondo. Con questa rubrica vogliamo ricordarli ma anche ridare dignità ai nostri borghi, ai nostri talenti e nel contempo riaccendere l’attenzione su questo piccolo lembo di terra, non solo per storia, cultura e paesaggi ma anche dal punto di vista degli ingegni. Pultroppo il Molise come i molisani illustri, non sono presenti sui libri di storia, ma è giusto far conoscere ai molisani in primis, alle giovani generazioni, che i loro avi, si sono distinti nel mondo, con sacrifici, allontanandosi dai propri familiari, a volte non riuscendo a tornare nella loro terra d’origine. Di settimana in settimana racconteremo la storia di ognuno di loro, ricordando anche il paese di nascita molisano. Per questo abbiamo deciso di unire la storia dei “molisani” emigrati con la storia del paese di nascita.

Luis Nuncio Fabrizio morì il 31 gennaio del 2013 all’età di 87 anni. Il giorno dopo tutti i giornali riportarono, con enorme risalto, la notizia della scomparsa di questo grande politico argentino. Luis Nuncio Fabrizio era di origini molisane. Suo padre, Antonio, nato nel 1897 a Mafalda, in provincia di Campobasso, era giunto in Argentina all’età di otto anni. Antonio, con la sua famiglia, si stabilì a Mar del Plata e lì imparò il mestiere di falegname. Appena maggiorenne fondò una propria industria di falegnameria che ebbe un notevole successo.

Già da giovanissimo legò i suoi ideali al socialismo e ad ogni forma di cooperativismo. Fondò la Cooperativa “Sociedad de Fomento del Barrio San Juan”. Ebbe un ruolo importante nei giornali italo-argentini “Italia Libera” e “Corriere degli Italiani”. Morì a Mar del Plata nel 1974. Certamente influenzato dagli ideali del padre Luis Nuncio Fabrizio, a soli 15 anni, divenne segretario della Gioventù Socialista di Mar del Plata. Intelligente, appassionato e mosso da una forte spinta ideale divenne ben presto un politico affermato. Fu deputato nazionale e provinciale sempre del “Partito Socialista Democratico”. Fu anche, più volte, Sindaco di Mar del Plata e precisamente dal 1973 al 1976, poi rieletto nel 1976 fu destituito dai militari nello stesso anno e infine, accettando una controversa proposta del regime, tornò come Commissario di Mar del Plata dal 1981 al 1983.

Quest’ultima scelta, che voleva essere una prova di distensione fra le parti, fu da lui stesso successivamente definita sbagliata. La sua amministrazione realizzò uno storico e mai dimenticato piano destinato ai quartieri più poveri della città. Così fu pubblicamente ricordato sua morte: ” Uomo onesto nella sua vita privata e nella sua attività pubblica. Utilizzò le risorse della municipalità sempre in funzione del bene comune e mai per un suo tornaconto. Egli fu consigliere, vicepresidente provinciale e deputato nazionale e rappresentò il Partito socialista in diverse occasioni. Nel 1964 entrò nella commissione argentina alla Conferenza Internazionale del Lavoro di Ginevra.

Come sindaco, nonostante le difficoltà di quel tempo, condusse un piano di lavoro fondamentale per i quartieri più poveri della città. Ha governato con rigore e austerità. E fu sempre in grado di percorrere le sue amate strade di Mar del Plata con la testa alta e guardando negli occhi di ognuno”. Scrisse anche il libro “La Redencion Alcanzada – Una historia en Mar del Plata” che ebbe un ottimo successo.

MAFALDA (CB):
L’antico nome del paese era “Ripalta sul Trigno” (Ripa alta). Probabilmente l’abitato assunse questo nome poichè collocato su di un colle all’altezza di m. 436, non lontano dal fiume Trigno. Nell’epoca Angioina (1266-1442) il territorio assunse la denominazione di “Trespaldum“. Rimase disabitato nella prima metà del secolo XV; rifiorì nella seconda metà dello stesso secolo grazie agli Evoli, signori feudali, i quali chiamarono gli slavi a coltivarne i terreni. Con R. D. 7 ottobre 1903, il Comune fu autorizzato a mutare il proprio nome antico di “Ripalta sul Trigno” in quello attuale di Mafalda, omaggio alla principessa omonima (secondogenita di Vittorio Emanuele III), nata a Roma il 19 novembre 1902.


Ambiente:
Il Comune di Mafalda dispone di una pregiatissima area verde di circa 400 ettari di cui 100 ettari di macchia mediterranea, 50 ettari di pineta e i rimanenti 250 ettari di bosco ricco di querce, ornelli, lecci, roveri di grande interesse naturalistico per l’elevata biodiversità ambientale testimoniata dalla ricchezza fitocenotica vegetale ed animale.

Arte e monumenti:
Chiesa Sant’Andrea Apostolo. è situata nella parte alta del paese ed è una delle maggiori opere di carattere storico del posto. Nel corso degli anni è stata ristrutturata, (secondo quanto tramandato, riedificata sulla precedente), portando alla luce, proprio durante detti lavori, una grande quantità di ossa. Di notevole pregio artistico sono le campane ed il portone in bronzo. Dopo il devastante terremoto accaduto alle ore 23,00 della notte tra il 4 e 5 dicembre (memoria di Santa Barbara) dell’anno 1456, i superstiti dell’antica “Ripalta sul Trigno”, trasferitisi sulla collina dove sorge attualmente Mafalda a metà pendio dello stesso colle, intorno al 1545 edificarono la chiesa Parrocchiale del nuovo borgo ormai rinascimentale. Sempre sulla stessa area, l’unica chiesa del borgo, fu ingrandita e restaurata, dopo il terremoto dell’anno 1805.


La facciata ed il campanile sono in stile romanico; i materiali impiegati sono stati reperiti nel territorio del comune di Mafalda ed estratti dalle cave locali. L’interno è in stile barocco napoletano. Di notevole pregio artistico sono le porte di bronzo, opera dello scultore Crecchiano Tonino Santeusanio. La lunetta con sei pannelli con scene dell’antico e nuovo testamento, con due tabule a piedi o alla base, rendono l’opera unica e di notevole pregio. Il portale fu dedicato nella Festività di S. Andrea Ap. 30.XI.1999 in memoria dell’anno Giubilare 2000.
L’altare è adornato nelle quattro tavole con scene che riproducono la cena in Emmaus, il pellicano, Ruth ed i due giovani di Escol. L’ambone, sempre in bassorilievo è impreziosito dall’aquila, l’ancora e la lucerna, in tre tavole distinte. Anche la sede del celebrante è monumentale: lo schienale è caratterizzato da una colomba, simbolo dello Spirito Santo; l’altare maggiore è arricchito da marmi policromi, cuore di tutto il complesso liturgico-artistico. La navata dell’edificio è adornata da più nicchie, piccole teche a custodire immagini dei Santi Patroni e compatroni della nobile cittadina. Le statue sono state quasi tutte rinnovate, realizzate da maestri del legno; la più preziosa è quella raffigurante S. Andrea Apostolo, il titolare della Parrocchia risalente alla prima metà del 1800.

Ruderi di Rapalda vecchia. I resti del primo insediamento cittadino risalenti ai secoli XI – XII, occupano la sommità di una collina a circa 400 m s.l.m. e distante pressappoco due chilometri dall’attuale centro di Mafalda. Sono ben visibili tutt’oggi gli imponenti resti di una rocca con un’alta torre a pianta quadrata di cui restano la base e frammenti del corpo centrale; a sud-ovest, più a valle, si trova l’abitato medievale e le mura che cingevano le pendici meridionali. Nonostante alcuni reperti facciano suppore che il sito sia stato frequentato sin dalla Protostoria, il parere degli archeologi è che le emergenze murarie siano databili al basso medioevo.Anche nei pressi di questo sito è stato possibile reperire materiale ceramico, scorie di ferro e reperti faunistici oggetto di studio e databili tra l’XI e il XIV secolo. Forti supposizioni si hanno della presenza, all’altezza della rocca, di un più antico edificio di culto di cui è testimonianza il ritrovamento di un capitello smussato e adibito ad acquasantiera. Di particolare interesse è, inoltre, il ritrovamento sul sito di un accumulo di ossa che fanno pensare ai resti di una donna.

*Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
*Mariateresa Di Lallo – giornalista pubblicista, appassionata di storia, usi e costumi medioevali e ricercatrice di tradizioni popolari molisane

Foto 1: Luis Nuncio Fabrizio ; Foto 2: Luis Nuncio Fabrizio un suo articolo, con foto, apparso nel 1944.

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