Molisani nel mondo: grazie Mario!

Riceviamo e pubblichiamo

Mario era nato nel 1932 a Duronia, nella Borgata Santoianni, a 16 anni si iscrisse al PCI e nel 1953 emigrò a Roma andando a lavorare prima come manovale e poi nei servizi ambientali. Militante appassionato, si è distinto per impegno, determinazione e generosità, lottando al fianco di Giuseppe D’Alema, padre di Massimo, e sostenendo con entusiasmo Enrico Berlinguer. Più volte venne chiamato a ricoprire incarichi nei Direttivi e nelle Segreterie delle Sezioni del PCI a Roma prima a Ponte Milvio e poi alla Magliana. Convinto delle proprie idee nel 1968 da segretario organizzativo del Partito sostenne un confronto serrato con Giorgio Napolitano, futuro Capo dello Stato, senza remore ma con umiltà e correttezza.

Non esitava a porre con lealtà il proprio punto di vista nelle riunioni interne al PCI, ma all’esterno era sempre tra i primi ad adoperarsi per far crescere il partito, sostenere le lotte sindacali e diffondere l’Unità. Mario Grieco non aveva mai dimenticato il Molise e non perdeva occasione per spronare i dirigenti locali del PCI e della CGIL a lottare con maggiore determinazione per il lavoro, per i diritti e contro i soprusi, le discriminazioni e le clientele prima della potentissima DC e poi di Forza Italia/PDL e delle molteplici sigle centriste di varia denominazione che ne hanno ereditato metodo e gestione del potere ma non sensibilità istituzionale, umanità e cultura sociale.

Ad ogni suo ritorno alla Borgata Santoianni avviava lotte per le strade, i trasporti, il servizio sanitario, l’ENEL, denunciando l’assenza di servizi pubblici adeguati e lo stato d’abbandono delle aree interne del Molise.

All’ospedale d’Isernia durante un suo ricovero, nel 2013, si sentirono chiamare, in poche ore, da un Vice-Ministro del Tesoro, un Sottosegretario e alcuni Parlamentari, sorprendendosi di come un anziano che viveva da solo in una campagna di Duronia potesse suscitare tante attenzioni a livello nazionale.

Con Mario ho avuto la fortuna di condividere ideali, iniziative e lotte sociali sia da segretario della CGIL che successivamente da amministratore regionale e militante di sinistra.

Le sue telefonate erano sempre vive, lucide, positive, incalzanti e di incoraggiamento per affermare i diritti dei lavoratori e delle persone più deboli.

A Natale già ricoverato al San Camillo aveva chiesto alla figlia di chiamarmi. Faticava a parlare ma la forza di volontà era sempre la stessa, quella di un grande Molisano che con onestà, impegno e tenacia, era riuscito a farsi apprezzare sul lavoro, in famiglia e nel nostro indimenticabile PCI.

Grazie Mario, per i tuoi insegnamenti, il tuo esempio e la tua tenacia.

Michele Petraroia

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