*rubrica a cura di Geremia Mancini e Mariateresa Di Lallo
Il Molise è fatto da molisani, anche da quei molisani che sono emigrati, perchè costretti o per scelta, soprattutto a cavallo delle due Guerre mondiali, ma sempre con un pensiero rivolto alla loro terra, e che si sono distinti in vari settori nel mondo. Con questa rubrica vogliamo ricordarli ma anche ridare dignità ai nostri borghi, ai nostri talenti e nel contempo riaccendere l’attenzione su questo piccolo lembo di terra, non solo per storia, cultura e paesaggi ma anche dal punto di vista degli ingegni. Pultroppo il Molise come i molisani illustri, non sono presenti sui libri di storia, ma è giusto far conoscere ai molisani in primis, alle giovani generazioni, che i loro avi, si sono distinti nel mondo, con sacrifici, allontanandosi dai propri familiari, a volte non riuscendo a tornare nella loro terra d’origine. Di settimana in settimana racconteremo la storia di ognuno di loro, ricordando anche il paese di nascita molisano. Per questo abbiamo deciso di unire la storia dei “molisani” emigrati con la storia del paese di nascita.
Francesco Mastroianni uno dei più influenti banchieri dell’Ohio era molisano. Dagli anni ’20 agli anni ’40 rappresentò, come banchiere di fiducia, un punto di riferimento per la intera comunità italo-americana.
Francesco Mastroianni da “ragazzo d’acqua” a Banchiere. Francesco Paolo Mastroianni nacque a San Pietro Avellana (oggi provincia di Isernia), il 24 luglio del 1877, da Antonio Pasquale (n. a San Pietro Avellana il 1850) “muratore” e Anna Maria Izzi (n. a Vastogirardi il 1850). Francesco arrivò negli Stati Uniti quando aveva solo 10 anni e da subito lavorò come “ragazzo d’acqua” nelle cave di pietra della Virginia.
Successivamente si trasferì nella piccola cittadina di Beaver Falls in Pennsylvania. Qui aprì, con i soldi che aveva messo da parte, un negozio di generi alimentari e al padre chiese di occuparsi dell’attività. Lui trovò un altro duro, ma remunerato, lavoro nelle ferrovie e la sera la dedicò allo studio. Dormiva al massimo tre o quattro ore. In breve riuscì ad acculturarsi più di ogni altro italo-americano e ad ottenere una notevole solidità economica. Allora scrisse alla madre “Puoi raggiungerci in America ora abbiamo il necessario per tutti …”. Anna Maria, la madre, vendette ogni sua proprietà e oggetto personale e con le sue due figlie partì per gli Stati Uniti.
Una volta ricomposta l’intera famiglia i Mastroianni si trasferirono a Youngstown, contea di Mahoning, nell’Ohio. Qui Francesco seppe dare un senso compiuto al “sogno americano”. Acquistò un locale e vi insediò un’agenzia di servizi, utile soprattutto agli italo-americani, che aiutasse chiunque per problemi linguistici, finanziari e di viaggio. Successivamente, nel 1917, aprì un sportello bancario “Union Bank” che, nel breve, rappresentò un punto di riferimento per tutti gli italo-americani dell’intero Ohio. Poi un incendio, probabilmente doloso, mandò a fuoco l’intero edificio. Sembrò la fine del sogno. Ma Francesco, grazie alla solidarietà e alla fiducia di molti, seppe ricostruirlo più grande e più bello di prima con uffici ed ascensori aggiuntivi.
Intanto conobbe Orsolina “Lena” Federici ( era nata nel 1887 a Tursi in Basilicata) che dopo poco divenne, nonostante la giovane età della ragazza (16 anni), sua moglie. Il matrimonio si tenne, nel 1904, nella cittadina di Niles in Ohio. Francesco ed Orsolinina ebbero sei figli: Annie, Josephine, Freddie, Ida, Julia e Albert. Poi Francesco Mastroianni divenne titolare di una agenzia di vendita per biglietti da e per l’Italia. E la sua Banca assunse la denominazione di “Banca Popolare Italiana” con sede al n. 116 della centralissima North Watt Street di Youngstown e fu una delle prime a trattare il cambio di valuta straniera. Sin dai primi anni ’20 la pubblicità della sua Banca fu la seguente: “ ITALIANI, questa banca è stata fondata per voi, per i vostri interessi e per il vostro onore. Qui potete transigere tutti i vostri affari. Si parla la vostra lingua.
La massima segretezza viene mantenuta in tutte le operazioni. Fate di questa banca la vostra banca. Facciamo che questa istituzione non sia inferiore alle altre della Città”. E naturalmente gli italo-americani non tradirono le sue aspettative. Francesco Mastroianni diventò ricco ma non dimenticò mai le sue umili origini e si mostrò sempre generoso con i più deboli. Divenne assai influente nei più importanti organismi dell’intero Ohio. Dal 1936 al 1939 ebbe la responsabilità del settore “Cassa di Risparmio Postali.
Istituti di Previdenza e di Ass. Monopoli” per gli italiani negli Stati Uniti. Nel 1922 fu nominato Presidente, lo sarà per anni, della “The Union Savings Bank” di Youngstown la più importante realtà del settore dell’intero Ohio. Morì il 13 luglio del 1942.
Foto : da “Annual Report – Division of Banks – State of Ohio” del 1923;
San Pietro Avellana (IS): Il centro abitato è situato alle falde nord-occidentali del monte Miglio, nel suo territorio scorre anche il torrente Rio, affluente del fiume Sangro, nonché il fiume Vandra, affluente del fiume Volturno. Il comune di San Pietro Avellana comprende tre frazioni: Masserie di Cristo, Alvani, Cerri e Scalo Ferroviario dove è situata anche la stazione dei treni.
L’attuale abitato fu fondato nel X secolo circa da San Domenico di Sora. Ebbe origine da un insediamento di abitanti locali i quali, a seguito della distruzione dei vari casali ai quali era riconosciuta autonomia amministrativa, ritennero di dover risiedere nelle immediate vicinanze dell’abbazia benedettina, che all’epoca era una cittadella fortificata e quindi forniva anche protezione di tipo militare.
Le ipotesi sul toponimo “Avellana” sono parecchie, ma la più accreditata è che possa derivare da “Volana”, città sannitica distrutta durante la terza guerra sannitica nel 293 a.C. dal console romano Spurio Carvilio, unitamente ad altre città sannite: Ercolano e Palombina.
Arte e storia
-Chiesa parrocchiale dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo. Nella cripta si conserva il corpo di S. Amico. Altare di Sant ‘Amico a San Pietro Avellana Franco Valente
Approfondimento: La croce stazionaria di S. Pietro Avellana Franco Valente
-Eremo di Sant’Amico. immerso nell’omonimo bosco che circonda l’abitato.
-Mura ciclopiche. Sulla sommità di Monte Miglio, sono di epoca sannitica.
-Fontana Grande. Risale al XVIII secolo. modifica
-Osservatorio astronomico. In località Montagna l’osservatorio astronomico Leopoldo del Re ha un planetario che riproduce la volta celeste con circa 20.000 stelle.
-Da visitare è anche il Museo Civico Archeologico, dedicato alle tradizioni, alla civiltà contadina e all’archeologia del territorio.
-Dal giugno del 2014 il territorio di San Pietro Avellana, già inserito dal 1977 nel consorzio AssoMab (MAB: Man and Biosphere http://www.assomab.it/ Archiviato il 5 luglio 2014 in Internet Archive.) è patrimonio dell’Umanità.
Prodotto tipico: Tartufo
Il territorio di San Pietro Avellana, grazie all’abbondanza di sorgenti e corsi d’acqua, alla particolarità del terreno e alla natura incontaminata, è particolarmente ricco di prodotti del sottobosco, primo tra tutti il tartufo (nero e bianco pregiato). Difatti San Pietro Avellana fa parte delle 20 Città Nazionali del Tartufo, alla pari di Alba, Acqualagna, etc, la cui produzione di tartufo bianco si aggira circa al 40% della produzione nazionale.
*Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
*Mariateresa Di Lallo – giornalista pubblicista, appassionata di storia, usi e costumi medioevali e ricercatrice di tradizioni popolari molisane