E’ francamente deprimente, per chi possiede sensibilità in materia di tutela dei diritti degli ultimi, veder per astuzia, nel gioco amaro ed arido delle parti, speculare alcuni sulla vita di altri, quando il tema del contendere è la salute degli ammalati. In un quadro politico complesso, sarebbe facile sostituire al sapere la fede, delimitare il dicibile per far posto all’ineffabile, anteporre al dato economico quello ideale, farebbe quindi inorridire anche la donna e l’uomo più distratti, quelli corredati di cuore di ferro, constatare da chicchessia l’uso indiscriminato, lineare e cruento, dell’accetta tagli; una fattispecie di spending review autorizzata alla chirurgia amministrativa del crimine. Inutile ricordare che la grave ed insostenibile situazione in cui versano le Politiche Sociali nazionali e territoriali hanno determinato, negli ultimi anni, un forte incremento di richieste afferenti la sfera della protezione sociale, richieste che contrastano o mal si conciliano con la drastica diminuzione delle risorse finanziarie statali, regionali e locali. Con l’aumento della disoccupazione, delle povertà assolute e delle nuove povertà, con la crescita del disagio dei minori di età e delle famiglie di riferimento degli stessi, con la diminuzione del personale di sostegno nelle scuole in favore dei soggetti non autosufficienti, è stato messo a rischio il sistema più ampio dei Servizi sul territorio, con la conseguente mortificazione e compromissione dell’esercizio dei diritti e doveri di tutte le persone coinvolte.
Un buon amministratore percepisce il bisogno dell’altro, ritenendolo ed avvertendolo come proprio, un attento e coscienzioso legislatore fissa o tenta di fissare in una norma finalità e principi utili alla collettività, ed in particolar modo ai più bisognosi, meritevoli di cure o di sostegno, nell’alveo della costituzionalità. Distribuire oggi le risorse disponibili è cosa ancor più difficile rispetto al passato, è una coperta ristretta che si tira da un lato e dall’altro, spesso dovendo operare l’azione di scelta tra ciò che non dovrebbe mai subire la stessa opzione scelta.
La legge di modifica all’art. 4 della legge regionale 20 giugno 2007, n.17 e smi., rubricata “Interventi a favore di soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare”, che di fatto amplia, rispetto al passato, il ventaglio di possibili candidati all’accesso di rimborsi spese sostenuti in conseguenza di ricoveri registrati presso strutture sanitarie presenti in Italia o all’estero, votata in Aula nella seduta consiliare tenutasi in data di ieri, è oggi oggetto di aspre critiche.
Fatte salve, per la delicatezza della materia, le ragioni di detto dissenso, preme in ogni caso evidenziare quanto fissato in legge, in un momento storico in cui poco è ormai possibile fare in favore di tutti, con le possibilità economiche del passato, quel passato a cui era consentita nel tempo della ricchezza piena, nel privato e nel pubblico, ogni ampia soluzione.
L’azienda sanitaria della Regione Molise, ai sensi della richiamata legge, potrà procedere al rimborso degli aventi diritto così come segue: al 100% delle spese documentate in favore di soggetti con ISEE fino a 16mila euro (reddito circa di 35.000 euro); al 60 % delle spese documentate in favore di soggetti con ISEE da 16 a 24mila euro (reddito circa di 60.000 euro), al 25% delle spese documentate in favore di soggetti con ISEE da 25 a 36mila euro (reddito circa di 90.000 euro).
Nella seduta consiliare del 18 u.s., chiesta la opportuna sospensione dei lavori in favore di un corretto approfondimento della materia oggetto di discussione (la sorte dei tanti molisani sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare), il confronto tra tutte le anime politiche consiliari, a microfoni spenti, aveva consentito -con presentazione di apposito emendamento a firma del consigliere Di Nunzio- la riformulazione della proposta di legge, ma in Aula, l’eco del proscenio ha indotto i colleghi Iorio, Fusco, Micone e gli esponenti del M5S a rivedere quanto prima concordato, votando contro.
Cosa aggiungere, null’altro!
Resta in ogni caso ferma la volontà dichiarata dalla Giunta regionale e dalla maggioranza tutta, in ossequio ai doveri che incombono su chi esercita pubbliche funzioni a servizio del proprio Popolo, ed in caso di ripresa economica del Paese e dell’economia regionale, di intervenire nuovamente sulla misura legislativa richiamata e su qualsiasi altra di analoga rilevanza sociale, tanto a supporto di ogni singolo molisano, partendo, naturalmente, dai più bisognosi. (Nunzia Lattanzio – Consigliere regionale)