Si è conclusa intorno alle ore 16,00, con aggiornamento a martedì prossimo, 21 gennaio 2014, alle ore 11,30, la prima seduta del nuovo anno 2014 del Consiglio Regionale del Molise convocato e presieduto dal Presidente, Vincenzo Niro per le ore 11,30 di ieri 14 gennaio, per esaminare un ordine del giorno contenente 35 punti, ai quali si sono aggiunti altri due, iscritti in aula (una proposta di legge, a firma dei consiglieri Totaro e Lattanzio concernente “Modifiche alla disciplina sulla organizzazione, i compiti e il finanziamento delle Pro-Loco” e un ordine del giorno relativo alla “situazione dei 218 lavoratori precari dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile”, con primo firmatario il consigliere Fusco Perrella).
In avvio di seduta, dopo le consuete comunicazioni, il Presidente Niro ha fatto osservare ai presenti un minuto di raccoglimento per la scomparsa, avvenuta lo scorso 4 gennaio, dell’ex consigliere Gennaro Chierchia, tracciandone anche un breve profilo.
Si è passati, quindi, al primo punto riguardante una interrogazione dei consiglieri del movimento cinque stelle, Federico e Manzo, sui “lavori di mitigazione a seguito di eventi franosi sulla fondovalle Verrino”.
Federico e Manzo hanno interrogato il governo regionale per conoscere lo storico dei lavori a partire dall’evento franoso (avvenuto circa tre anni fa) ad oggi.
La risposta, ritenuta esaustiva dagli interroganti, è stata fornita, con dovizia di particolari, dall’assessore ai lavori pubblici, Nagni, il quale ha affermato che è stato scongiurato il rischio di perdere le risorse assegnate ma che, per completare i lavori, necessitano ulteriori fondi e interventi (circa 12 milioni di euro).
Soddisfatta anche il consigliere Fusco Perrella (“l’assessore ha aggiunto qualcosa in più”) della risposta fornita dall’assessore alle politiche sociali, Petraroia, ad una sua interrogazione (sottoscritta anche dai colleghi Cavaliere e Sabusco) sulla situazione del Centro Socio-Educativo per diversamente abili “Rosanna Benzi” e Casa Famiglia “Dopo di noi” gestiti dall’A.Fa.S.ev: di Isernia.
L’assessore ha confermato il pagamento alla struttura dell’impegno assunto nell’esercizio 2012 e il sostegno a tali attività per gli anni successivi e il finanziamento ai centri socio-educativi.
Con la richiesta di iscrizione e immediata discussione formulata dal consigliere Totaro, votate alla unanimità, si è andati avanti con l’esame della proposta di legge di modifica alla “disciplina concernente l’organizzazione e il funzionamento delle Pro-Loco”, la cui relazione è stata tenuta dal consigliere Nunzia Lattanzio.
Una proposta di legge – ha detto la Lattanzio nella sua illustrazione –contenente quattro articoli.
“Le associazioni pro-loco – ha proseguito – hanno fin dalla loro nascita svolto un ruolo insostituibile nell’ambito della tutela, della valorizzazione e della promozione delle ricchezze ambientali, storiche e culturali del Paese, rappresentando di fatto le prime associazioni turistiche ricettive. La loro natura di associazioni volontaristiche, senza fine di lucro, ne rende particolarmente preziosa la figura e ne esalta il compito di promozione delle emergenze turistiche minori, scongiurando il pericolo di farle svanire al cospetto di grandi itinerari”.
La proposta di legge, votata alla unanimità con una piccola variazione all’art.2, sollecitata anche dai consiglieri Manzo e Federico di cinque stelle, si conforma ai necessari interventi di adeguamento alla normativa nazionale e si fonda sul riconoscimento delle “Pro-Loco” quali autentiche “sentinelle” della cultura e dei valori del territorio molisano.
L’art.1 interviene a modificare la previsione della nuova modalità di costituzione mediante scrittura privata registrata, in alternativa all’atto pubblico, eliminando quindi l’aggravio delle spese notarili; l’art. 2, comma 1, interviene sulla presenza nel consiglio di amministrazione delle “Pro-Loco” di tre esperti che potevano essere anche consiglieri comunali. Nel nuovo testo si prevede la sostituzione dei tre consiglieri con il Sindaco o un suo delegato, con facoltà di voto consultivo.
Sempre all’articolo 2 (e’ questo l’emendamento al testo) si è aggiunto: “che in caso di scioglimento, cessazione o estinzione dopo la liquidazione, il patrimonio residuo sia devoluto a fini di utilità sociale e che i soli beni acquisiti con il concorso finanziario specifico e prevalente della Regione o di enti pubblici siano destinati ad altre associazioni avente gli stessi fini, ovvero all’ente od organismo turistico eventualmente subentrato o, in difetto, al Comune in cui l’associazione ha sede e, in ogni caso, con il vincolo di destinazione e comunque a fini di utilità sociale”.
Ancora alla UNANIMITA’, (dopo una modifica sollecitata sull’argomento dall’intervento del vice presidente Petraroia) è stata votata una mozione a firma dei consiglieri Federico e Manzo, per la predisposizione di progetti al fine di attivare il Fondo Europeo di adeguamento alla globalizzazione. In pratica si impegnano il presidente e la giunta regionale a verificare la disponibilità di risorse presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e ad elaborare uno specifico progetto per la Regione Molise da presentare al Ministero del Lavoro, ente gestore per il nostro Paese, per l’attivazione del fondo per il settore del tessile.
I consiglieri Federico e Manzo, tra l’altro, hanno chiesto l’impegno a provvedere quanto prima affinché tale misura sia immediatamente disponibile anche nel Molise al fine di dare sostegno ai lavoratori colpiti dalla dura crisi economica.
Con il voto contrario dei consiglieri Manzo e Federico e con l’astensione dei consiglieri Fusco Perrella e Sabusco, a MAGGIORANZA, invece, è passata la mozione, a firma del consigliere Cotugno, intesa ad invitare il Presidente della Giunta regionale ad utilizzare la procedura negoziata per i lavori pubblici di interesse regionale di importo fino ad un milione di euro finanziati dalla Regione Molise.
Nella sua illustrazione Cotugno ha ritenuto, operando nella massima trasparenza, che “per ottenere rapidamente risultati concreti in termini di realizzazioni e coinvolgimento locale, occorre puntare su celerità e semplificazione delle procedure di affidamento e pertanto promuovere il più ampio utilizzo delle procedure negoziate nell’ambito delle soglie (meno di un milione di euro) previste nella legislazione vigente. L’attuale legge consente di rivolgere l’invito, per lavori di importo pari o superiore a 500.000 euro ad almeno dieci soggetti e per lavori di importo inferiore a 500.000 euro ad almeno cinque soggetti”.
Si è proceduto a questo punto con l’iscrizione e la discussione dell’ordine del giorno bipartisan (prima firmataria Fusco Perrella) riguardante i lavoratori precari della Protezione Civile.
E’ stata la stessa consigliera Fusco Perrella ad illustrare la proposta che serve – ha detto – “a rafforzare le richieste della delegazione parlamentare al governo nazionale”, per quel che concerne le risorse necessarie a tenere in piedi i contratti con i lavoratori della protezione civile assunti con contratto a termine.
Sull’argomento, votato alla UNANIMITA, sono intervenuti il consigliere delegato, Salvatore Ciocca, il consigliere Cristiano Di Pietro e il presidente Frattura.
“Nessuno scivolone né tanto meno nessuna marcia indietro sulla delicatissima vicenda dei precari della protezione civile che diventano anche terreno fertile per far germogliare equivoci e polemiche – ha esordito Ciocca -. I lavoratori sono vittime della situazione. Nessun passo indietro – ha proseguito , per quello che mi riguarda: come ho già detto, pur ipotizzando un sostegno del Governo – che andrebbe ad aggiungersi a tutti quelli richiesti dal 2002 fino ad oggi – le risorse saranno insufficienti per ^garantire la precarietà^ – perché di questo si tratta – a 218 dipendenti dell’Agenzia di Protezione Civile. La capienza finanziaria per poter procedere al rinnovo dei contratti a tempo determinato, della durata di 12 mesi, stipulati lo scorso anno non c’è. Nella struttura commissariale hanno operato, per ben 112 mesi, quindi dai giorni successivi al terremoto fino al 2012, 250 tecnici alle dipendenze degli uffici comunali e 59 dipendenti/consulenti. Solo nel marzo del 2012, quindi poco più di un anno fa, i tecnici passarono da 250 a 154 per gli effetti dello stop allo stato di criticità imposto dal governo Monti. Tra emergenza e criticità la struttura commissariale è costata oltre 60 milioni di euro. Per l’Agenzia Regionale di Protezione Civile sono state selezionate 218 figure professionali: il costo sostenuto fino ad oggi dalla struttura, nata alla fine di aprile del 2012, ammonta a 4 milioni e 900 mila euro, cifra che non comprende le voci di costo che sono maturate nell’ultimo mese e quelle che dovranno essere accreditate fino al prossimo mese di aprile. I dipendenti sono 265 di cui 4 di ruolo. Fisicamente i dipendenti sono dislocati presso i Comuni, la sede centrale dell’Arpc, l’autoparco, il centro funzionale di Campochiaro, la sede distaccata di Isernia e una unità è da poco rientrata da Bruxelles dove era stata autorizzata a svolgere il proprio lavoro per la ricostruzione post-sisma. Il costo annuale di tutto il personale è di 7 milioni e 205 mila euro. La ricostruzione – ha aggiunto Ciocca – nonostante questa ingente mole di denaro e di professionalità, nel Cratere è ferma al 40 per cento, nei Comuni fuori dal cratere l’ultima ricognizione conferma che la percentuale della ricostruzione effettuata si ferma al 29 per cento. Nel cratere sono ancora 828 le persone che vivono nei villaggi provvisori, 512 quelle che vivono in autonoma sistemazione”.
Il consigliere Di Pietro ha espresso solidarietà alle “persone che attraversano un momento veramente difficile”, ma ha anche evidenziato che non “abbiamo risorse disponibili. La tragedia del terremoto non è stata risolta. Ma c’è stato anche un terremoto nella situazione finanziaria della Regione. Stiamo cercando di rimettere a posto i conti e dei risparmi ci sono già stati, dateci quattro anni di tempo e vedrete. Sprono il governo regionale ad andare avanti per ricostruire insieme i conti della Regione”.
Prima della votazione è intervenuto il presidente, Frattura: “Con senso di responsabilità abbiamo condiviso l’ordine del giorno – ha iniziato -. Insieme alla delegazione parlamentare vogliamo trovare una strada utile alla soluzione del problema. Chiedere ulteriori sacrifici al nostro bilancio ci metterebbe in condizione di non poter procedere”.
L’ordine del giorno, come anticipato, è stato votato alla UNANIMITA’.
Prima di aggiornare i lavori a martedi prossimo, 21 gennaio 2014, alle ore 11,30, come annunciato dal Presidente Niro, c’è stato il tempo per approvare , sempre alla UNANIMITA’, una proposta di legge di iniziativa della Giunta concernente “Modifiche all’articolo 18 della legge regionale 18 gennaio 2000, n.6”, riguardante i 4 vivai forestali gestiti dalla Regione.
Sul punto ha relazionato la consigliera Fusco Perrella alla quale ha fatto seguito un breve intervento del presidente Frattura.
Con la proposta di legge modificata si ritiene “necessario utilizzare tutti i proventi derivanti dalla cessione delle piante prodotte nelle strutture vivaistiche forestali regionali di che trattasi, insieme alle piccole entrate relative alla gestione delle proprietà silvopastorali demaniali regionali (circa 80-90 mila euro l’ano), per far fronte a quota parte della spesa necessaria per la gestione ordinaria delle varie strutture vivaistiche (circa 450 mila euro l’anno)”.
Il Consiglio tornerà a riunirsi martedì prossimo.