MNS: i pendolari molisani sui treni si sa quando partono ma non si sa quando arrivano e/o dove arrivano

Non passa giorno senza che il libro nero del trasporto su ferro molisano si arricchisca di nuove pagine e nuovi capitoli che testimoniano la serie infinita di disagi e disservizi che colpiscono i viaggiatori molisani. Il 4 agosto il regionale 2357 partito da Roma si è fermato a Cantalupo mentre il regionale 3486 partito da Napoli ha arrestato il suo viaggio a Carpinone, con i passeggeri di entrambi i convogli costretti a scendere e ad aspettare, sotto il sole rovente di questi giorni, un treno sostitutivo; il 5 agosto il regionale 2415, senza aria condizionata, è arrivato a Campobasso con oltre un’ora di ritardo; il 7 agosto il regionale 2365 è partito dalla stazione di Roma Tiburtina con oltre mezz’ora di ritardo, procedendo per molti tratti ad andatura ridotta e fermandosi più volte per problemi tecnici. Chissà oggi quali altre vicissitudini aspettano i pendolari molisani, pronti a imbarcarsi su treni che si sa quando partono (in verità non sempre) ma non si sa quando arrivano e/o dove arrivano.

Una serie incredibile di disagi giunti, tra l’altro, all’indomani dell’aumento di 30 centesimi deciso da Trenitalia per la tratta Campobasso – Roma a fronte di un servizio completamente insufficiente e inadeguato, quindi oltre al danno anche la beffa per i pendolari molisani.

Eppure solo poche settimane fa la carnevalata andata in scena per la presentazione dei nuovi treni Swing (anzi del treno Swing, visto che degli altri 2 ancora non c’è traccia) e per la stipula del nuovo contratto di servizio con Trenitalia (valido fino al 2023 per un valore complessivo di 197,9 milioni di euro) sembrava aprire le porte ad un deciso cambio di marcia per il trasporto su ferro; onestamente era impensabile immaginare un deciso miglioramento delle condizioni di viaggio dall’oggi all’indomani, ma tutto quello che si è verificato immediatamente dopo, disservizi, malfunzionamenti e ritardi apocalittici, hanno delineato una situazione veramente paradossale, accentuata dalle affannose difese d’ufficio dell’Assessore Nagni, nonché dalle immancabili promesse di trovare quelle soluzioni che, finora, sono ancora mancate.

Cosa fare allora per distogliere l’attenzione da tutto questo?

Invitare il Ministro Del Rio in Molise, mettendo in piedi l’ennesima passerella politica fatta di abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi e gli immancabili selfie, nel tentativo, magari, di gettare ancora una volta fumo negli occhi dei molisani.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, bontà sua, arriverà a Isernia in treno, che scommettiamo sarà perfettamente funzionante, lindo e pinto, e soprattutto provvisto di aria condizionata, quindi in una situazione molto distante da quella che sono costretti a vivere giornalmente i pendolari molisani nelle vecchie locomotrici ALN, a temperature infernali e con estrema scomodità.

Ad accoglierlo in stazione troverà i vertici del Governo regionale (ancora in tenuta da capistazione?) pronti a mettersi in posa davanti agli obiettivi per firmare l’accordo per l’elettrificazione della tratta Isernia-Roccaravindola (scusate, ma il resto della tratta continuerà a essere percorso dai vecchi treni diesel?) e per illustrare le novità sul raddoppio della Termoli-Lesina; sono questi gli strumenti per combattere l’atavico isolamento del Molise dal resto della penisola?

Davvero si vuol far passare per straordinario ciò che è dovuto dalla Regione ai suoi cittadini, presentando in pompa magna progetti di cui si parla oramai da mesi e che stentano a decollare?

Perché non si chiede al Ministro un impegno vero e concreto per superare le criticità di collegamento del Molise verso punti snodali come Roma e Napoli, assicurando al nostro territorio quelle infrastrutture necessarie e non più procrastinabili per avere un servizio degno e adeguato?

Il tempo delle chiacchiere è finito, è necessario rispettare i diritti dei cittadini molisani che non sono di serie B rispetto a nessuno, difatti i problemi della viabilità interna unitamente a quelli del trasporto ferroviario hanno mortificato un’intera regione senza che l’attuale Governo regionale sia riuscito a trovare rimedi, anzi ben pensando di tarpare le ali anche al progetto dell’autostrada del Molise, forse l’unico intervento che davvero avrebbe permesso di rompere l’isolamento storico della nostra regione.

Come si fa a parlare di ripresa del Molise, di investimenti produttivi e industriali senza le infrastrutture necessarie a stimolare le iniziative imprenditoriali? Davvero si vogliono ancora raccontare favole ai cittadini?

È ora di dire basta a tutto ciò, a questa politica fanfarona e distante dalla realtà quotidiana, è tempo di ridisegnare un nuovo futuro per la nostra regione.

Carlo Perrella
Commissario regionale MNS

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