L’ultimo caso pochi giorni fa: una minorenne annunciava sul social network Ask.Fm di essere stufa della vita e di volersi suicidare. Scattato immediatamente allarme da parte della stessa società irlandese che gestisce Ask.Fm, le autorità di quello Stato si sono messe in contatto con l’Interpol che a sua volta ha passato la notizia al Servizio Polizia Postale e Comunicazioni della Polizia di Stato di Roma, da cui dipendono tutte le Polizie Postali d’Italia. C’era il sospetto, ma non ancora la certezza, che la minore potesse essere molisana, quindi in brevissimo tempo l’attività è stata affidata al Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Molise. Constatato che la minore risiedeva effettivamente in un imprecisato luogo della provincia di Isernia, gli agenti isernini riuscivano a rintracciarla, portandosi immediatamente presso l’abitazione per sincerarsi delle sue condizioni e verificando che la piccola non aveva alcun intento suicida.
L’episodio, ad ogni modo, è stato segnalato alla Procura dei Minori di Campobasso.
Altro caso è partito da una segnalazione alla Polizia Postale di Campobasso da parte di un utente del gioco on line “Clash of clans” residente a Bolzano che, in una chat del gioco, ha notato la presenza di un utente che si spacciava per un bambino di 8 anni che raccontava di vivere in una casa-famiglia in Molise, in quanto aveva perso entrambi i genitori, dove veniva picchiato e maltrattato dagli educatori, palesando l’intenzione di suicidarsi.
Immediatamente sono partite le indagini telematiche degli agenti che hanno dovuto ricorrere – anche questa volta – alla collaborazione dell’Interpol in quanto la società che gestisce il gioco in questione ha sede in Finlandia. Ottenute le informazioni necessarie, con tutta l’urgenza dovuta a questi casi, gli agenti della Polizia Postale sono risaliti all’autore del post in questione, un minore di 13 anni che risiedeva a Milano.
Subito avvisati, i colleghi lombardi si sono precipitati a casa del piccolo per sincerarsi delle sue condizioni.
Anche in tale circostanza, fortunatamente, era tutto falso. Il minore viveva con i genitori, non aveva mai avuto intenti suicidi e non aveva mai avuto a che fare con il Molise, tantomeno con una casa-famiglia. Aveva scritto quelle cose solo per attirare l’attenzione degli altri giocatori e non aveva mai subito maltrattamenti.
Ad ogni modo il caso è stato segnalato alla Procura dei Minori di Milano.
In entrambe le vicende, mai i minori si sarebbero aspettati che la Polizia di Stato bussasse alla loro porta, come dimostra il comportamento tenuto dal tredicenne milanese che aveva dichiarato di vivere in Molise, mentre non si era mai allontanato dal capoluogo lombardo.
In realtà, con le tecnologie a disposizione è difficile rendersi anonimi in rete. La Polizia di Stato, infatti, vigila sempre ed interviene repentinamente per scongiurare eventuali pericoli per gli utenti, prestando particolare attenzione ai minori. Tuttavia, è bene sensibilizzare gli stessi ad un uso corretto della rete, facendo capire loro che alcune dichiarazioni, creando inutili allarmi, possono configurare ipotesi di reato, oltre a distogliere risorse per il soccorso di persone che potrebbero davvero averne bisogno.