Milioni di lavoratori con i salari fermi e qualcuno frena i rinnovi dei contratti

Mentre il 2024 è stato un anno positivo, con una serie di firme importanti di contratti rinnovati tra novembre e dicembre, dal turismo alle funzioni centrali della Pubblica amministrazione, l’anno nuovo si è aperto con una serie di sgambetti.

Trattative in salita, accordi allo sprint finale e andati in fumo in poche ore, scioperi “diffusi” e milioni di lavoratori in attesa di un legittimo adeguamento dello stipendio.

L’Ocse afferma che dal 2019 al 2024 i salari reali dei lavoratori italiani, parametrati all’inflazione, sono diminuiti del 6,9%, i rinnovi avvengono al rallentatore con una media di 27 mesi di ritardo.

Al mese di luglio i lavoratori con il contratto scaduto, erano 4,7 milioni di dipendenti privati, tra questi un terzo, (un milione e mezzo), sono metalmeccanici che nell’ultima settimana hanno manifestato, facendo sentire il proprio disappunto.

Un milione a testa altri due comparti i cui contratti stanno per tagliare il traguardo: quello del trasporto pubblico locale, per il quale dopo una lunga stagione di scioperi, è stata raggiunta un’intesa in via di perfezionamento, e quello della logistica, comparto cruciale, che proprio a fine anno ha varato il rinnovo con un aumento di 260 euro per il personale viaggiante.

Tra i contratti in via di rinnovo ci sono quello dell’Edilizia, un settore che rischia il tracollo per il ridimensionamento dei bonus, e quello delle Telecomunicazioni (Assistel), che quattro anni fa “strapparono” aumenti collegati direttamente all’inflazione, dopo otto mesi di trattative il dialogo tre le parti si è interrotto.

Le associazioni datoriali hanno presentato una loro “controproposta”, le richieste dei sindacati di un aumento di 280 euro, di una sperimentazione sulla riduzione dell’orario di lavoro sino a 35 ore, dell’introduzione dello smart working e di altre misure di conciliazione, sono state gentilmente respinte al mittente.

La risposta è stata: sono state indette otto ore di sciopero nazionale con modalità diffuse, l’ adesione negli stabilimenti di alcune grandi aziende come Leonardo, Lamborghini e Marelli è stata alta . Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm hanno definito la posizione di Federmeccanica-Assistal come “inaccettabile” e criticato in particolare Assolombarda, per le sue posizioni oltranziste.

Saltato, in extremis, per una spaccatura dei sindacati il rinnovo del contratto per le professioni sanitarie che coinvolge oltre 580 mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale tra infermieri, tecnici e personale non medico.

L’accordo messo a punto con l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni),anche qui i sindacati si sono divisi sulle cifre. Favorevoli all’accordo il Nursind, la Fials e la Cisl, mentre Cgil, Uil e Nursing up hanno deciso di non firmare.

Rinviato l’incontro per perfezionare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale che coinvolge circa 110 mila lavoratori.

Il tavolo avrebbe dovuto verificare le risorse a copertura del contratto e formalizzare l’intesa, sarà convocato entro la prossima settimana.

Sulla carta l’ipotesi di accordo – raggiunta da Asstra, Anav, Agens e da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Faisa Cisal – prevede un aumento contrattuale medio di 200 euro, oltre a un bonus una tantum di 500 euro.

Le tre centrali sindacali con la loro contrapposizione sembra abbiano  imboccato una strada impervia, dove, per alcune sigle sindacali, la contrapposizione al governo sia diventata il fine, non un mezzo con il rischio di trasformarsi in un’arma che mina la capacità del sindacato di incidere  sulla vita dei lavoratori.

Nel 2025, è necessaria una società del lavoro unita e non divisa senza servilismi e senza cadere nelle ideologie del passato, troppe sono state le trasformazioni e troppi lavoratori sono privi di tutele e operano con stipendi da fame non è solo una questione di sopravvivenza ma anche di come si affronta il futuro, un futuro che merita di essere costruito tutti insieme, non solo gridato.

Alfredo Magnifico

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