Sono convinto che non bisogna rincorrere i populisti sul tema della riduzione dei costi della politica, è innegabile però che molti hanno sempre “predicato” sui troppi soldi che percepiscono i nostri rappresentanti istituzionali. Sono anche d’accordo che forse la riforma costituzione al vaglio del referendum del 4 dicembre prossimo doveva avere a maggiore condivisione e che forse gli si sta dando un valore troppo “salvifico”, anche se è innegabile che l’attuale scenario politico nazionale ed europeo non ci consente più immobilismo e conservazione dello status quo. Tirare a campare per garantire solo chi fa la politica per mestiere e gruppi di potere non serve più a nulla, invece, bisogna tornare alla politica per il Paese e ripristinare un cammino istituzionale comune ai corpi intermedi e alle associazioni produttive che, meglio di tutti, sanno e rappresentano le difficoltà economiche e strutturali in cui versano le imprese, i lavoratori e i cittadini.
I cittadini hanno ragione di cavalcare l’onda della rabbia sociale, troppe ne hanno visto e ne stanno vedendo, ma devono essere consapevoli che siamo arrivati a questo punto anche per colpa nostra. Per molti anni abbiamo fatto “spallucce” mentre sradicavano il sistema etico, morale e civico dello Stato (quindi della nostra società), mentre devastavano il territorio, mentre avvelenavano terra ed aria, mentre mettevano in discussione l’idea di un lavoro dignitoso e sicuro, mentre ci dicevano che era meglio l’egoismo che la solidarietà. Abbiamo bisogno tutti di tornare ad un Umanesimo che ci riporti ad una sana e civile convivenza. Ognuno deve poter affermare le proprio idee e convinzioni nel rispetto di quelle degli altri. Non serve rivendicare carattere di purezza pur di avere consenso, serve esclusivamente mettere quelle “CAUSE POSITIVE” che, anche se non sappiamo quando, con certezza produrranno effetti positivi, questo comportamento però non dobbiamo indicarlo agli altri, dobbiamo assumerlo e farcene carico ognuno di noi e non continuare a dire ma noi che possiamo fare?
Come dice bene il Governatore della Toscana Enrico Rossi, Fabrizio Barca e qualche altro esponente del PD che seguo con interesse, l’azione di questo Governo si espone a diverse critiche, per esempio l’assenza di una seria politica per il LAVORO, su questo ed altro però dovranno misurarsi le forze all’interno del prossimo congresso del PD evidentemente e non al referendum del 4 dicembre.
Insomma, conclude Messere, siamo alle solite. La politica non è un derby calcistico ma una cosa un attimino più seria. La democrazia ci consente di dissentire e di protestare, entrambi nobili attività civiche, non ci consente però ne l’oltraggio ne l’infamia che, purtroppo, continuo a leggere quotidianamente nei confronti di chi palesa le proprie idee. Non mi ritengo uno PI-DIOTA, non sono mai stato un SERVO SCIOCCO e nemmeno uno YES MAN, ho un lavoro che mi soddisfa e che mi gratifica, ho amministrato la cosa pubblica con passione SENZA PADRONI, sono stato e sono COERENTE con miei ideali RIFORMISTI, SOCIALDEMOCRATICI ed EUROPEISTI, non mi ritengo un RENZI BOYS e nemmeno un RENZUSCONI BOYS, detesto le LOBBIES nascoste, quelle economiche e quelle che “conformano” il pensiero (tramite Social e tramite Media) ………..e voto comunque SI. Sarò un nostalgico illuso ma ancora spero in un Paese in cui la Politica viene considerata una cosa necessaria e seria per migliorare le condizioni economiche e civile di un Popolo.
Nicola Messere
Componente Segreteria PD Molise