Giornata moscia sui mercati finanziari, tipica di fine settimana con ponte (in Italia per la festività del 2 giugno). Il Ftse Mib è negativo ma per qualche decimo di punto, idem il dax di Francoforte. Ieri Wall Street ha chiuso in calo, il dollaro è a 1,094 sull’euro, lo spread sul Bund intorno ai 135. Anche oggi i mercati sembrano svogliati e riflessivi. Sullo sfondo resta il tormentone Grecia ma gli operatori delle piazze finanziarie sembrano capire che il duetto Atene-Berlino è una sorta di pantomima di cui al momento non è prevedibile l’esito. Entusiasmarsi o deprimersi per notizie che non sono tali evidentemente non serve. Certo il tono resta più orientato al negativo piuttosto che al positivo e questo per due ordini di motivi. Il primo è che la Grecia comunque vada a finire non porterà con sé evoluzioni positive, essendo la prospettiva limitata al range che va dal disastro (Grexit o default di Atene) allo sconforto moderato (accordo con reciproci compromessi). La seconda ragione è che i corsi azionari sono sui massimi e molti titoli scontano valutazioni ormai ottimistiche. E questo anche in presenza di una evocata ripresa economica, ripresa annunciata ormai da quasi quattro anni ma che nei fatti nessuno ha ancora visto, se non, appunto, le borse e le quotazioni dei rispettivi titoli. Insomma uno di quelle condizioni in cui la cosa migliore è spegnere il terminale e, se il tempo permette, andarsene al mare. (p.c.)
Mercati finanziari/Situazione moscia, scenario da gita al mare
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