La Germania, per singolari processi storici (quale la vittoria di Arminio sui Romani nella foresta di Teutoburgo che ha congelato per sempre l’espansione dell’Impero di Roma nelle terre teutoniche ) non ha conosciuto e non ha mai incorporato un approccio alla vita e alle cose fatto anche di transazione e di transizione. La Germania conosce solo l’assoluto, nel bene (la straordinaria capacità tecnica e organizzativa) e nel male (Hitler). Con la Germania non si media perché le cose stanno in modo, quel modo è quello giusto e tutto il resto è noia. E siccome la Germania, in virtù della propria superiore capacità organizzativa e logistica è la nazione leader in Europa, la Germania ha deciso che la Grecia è fuori, dall’euro, dall’Europa e forse da tutto. Nelle grandi occasioni gli uomini fanno la storia, con le loro singolarità. Angela Merkel è una donna formatasi nella Germania Est, dove la precisione e l’organizzazione teutonica facevano il pari con la ossessività dell’ideologia. Non può mediare nulla e soprattutto non sa nemmeno cosa vuol dire mediare. Probabilmente non lo comprende come concetto. La Grecia si è indebitata, è stata già aiutata ora deve pagare. Punto. Dall’altra parte troviamo Alexis Tsipras che, nel melodramma greco, nell’inevitabile levantinismo di un popolo umiliato da secoli di dominazioni straniere, ha trovato la forza di ergersi a personaggio tragico, personaggio che dalla contraddizione, dal divenire confuso e assurdo tira fuori una dimensione pura e assoluta. Tsipras, nella patria della democrazia ha dato una prova incredibile e dolorosissima per un popolo già stremato da anni di insensata austerity di cosa sia davvero la democrazia. Ha chiesto al suo popolo di esprimersi, liberamente, sulla bozza di accordo proposta dall’Eurogruppo per salvare il sistema finanziario greco. E’ un gesto tragico ma grande nel contempo, un gesto da vero politico, nel senso greco del termine, ossia di uomo della comunità, della città. Questo è il senso della questione Grexit che, ormai, data la convinta cocciutaggine tedesca (non ci possono nemmeno gli americani, pensa te) porterà al default della Grecia e alla sua uscita dall’euro, tranne l’intervento, al momento non prevedeibile, del fato o degli dei dal Parnaso. In tutto questo l’Italia, che pure sarebbe la terza economia del continente, riluce per la modestia della sua classe dirigente. Renzi è un pupazzone sorridente che è contento di esserci, con la sua corte di madonne medievali e di consiglieri ignoranti. Il capo dello stato è un soggetto imbalsamato che dice solo qualche qualche banalità ogni tanto, l’Italia pur rischiando tantissimo nella vicenda greca non conta nulla. Che tristezza, che pena. I mercati ovviamente tracollano, il Ftse Mib scende di 4 punti percentuali, il Dax il 3 abbondante, il cambio con il dollaro sprofonda a 1,10, lo spread sale (ma può fare di peggio) sopra i 150. (Pietro Colagiovanni)
Mercati finanziari/ Il Dna ostinato della Merkel, la tragicità di Tsipras
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