Foreste meglio gestite assorbono più CO2, garantiscono maggiore biodiversitàproducono più legno e di migliore qualità. Sono le anticipazioni di uno studiocondotto dal CNR, finanziato dalla Commissione Europea tra i partner anche Unimol.”Meno emissioni e più legna con le foreste”. Il progetto ManFor (supportato dalCorpo forestale dello Stato e che annovera tra i partner l’Università degli Studi delMolise, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, le RegioniVeneto e Molise e Slovenian Forestry Institute) è uno dei fiori all’occhiello dellaricerca italiana in campo ambientale e tiene impegnati cinquanta ricercatori.
Nel 2015, alla sua conclusione, contribuirà ad aggiornare i dati relativi ai principaliindicatori Pan‐europei per la gestione forestale sostenibile e fornirà dati aggiornati,linee guida e “buone pratiche” ad uso della collettività. E probabilmente la prova chei boschi gestiti secondo nuovi criteri possono svolgere con più efficacia il ruolo disalvatori del pianeta.La lotta all’inquinamento passa anche per la gestione delle aree boschive. Forestemeglio gestite assorbono più CO2, garantiscono una maggiore biodiversità eproducono più legno e di migliore qualità. Sono le anticipazioni di uno studiocondotto dal CNR e finanziato dalla Commissione Europea. Uno studio che siconcluderà nel 2015 e che punta a dimostrare come una diversa gestione dei boschiitaliani e non solo possa aiutare nella difesa dell’ambiente e, allo stesso tempo,produrre anche un ritorno economico.Tradotta in termini pratici, l’importantescoperta significa non solo che le foreste italiane possono diventare più produttivedal punto di vista economico (producendo più legno e di maggiore qualità), maanche sotto il profilo ambientale.La gestione mirata, dicono le prime indicazioni dei dati post trattamento, aumenta labiodiversità, che è uno dei fattori che meglio esprimono lo stato di salute del bosco: +15% di varietà di specie faunistiche e floreali in un anno di trattamento. E una foresta”in salute” trattiene con più efficacia (e curiosamente con lo stesso dato dellabiodiversità) la CO2 dall’atmosfera: +15% in più quella registrata su piante, legno
morto e suolo.