Utilizzando lo stesso veicolo, devo rispondere alla nota di “un gruppo di imprenditori del basso Molise” (pubblicata sulla stampa locale pochi giorni fa, e a me personalmente indirizzata a mezzo stampa), ma con un certo imbarazzo: apprezzo le critiche costruttive, ma non comprendo la difficoltà di metterci la faccia, ossia un nome e cognome in calce alle riflessioni svolte. Comunque, a costoro, che si definiscono “imprenditori che lavorano e non parlano”, smentendosi, però, subito dopo con l’intento di “ristabilire la verità”, mi rivolgo tornando su un tema centrale del mio mandato da Presidente regionale della più grande organizzazione di rappresentanza dell’industria italiana, ossia Confindustria: il rilancio e lo sviluppo dell’industria in Molise.
Come sto dicendo da tempo – e come risulta dalle interviste che rilascio, dai comunicati stampa e dai talk show in onda sulle emittenti televisive locali, cui mi è stato chiesto di partecipare – un territorio può superare la crisi e crescere se è competitivo, in Italia e in Europa. E lo è, se le imprese lì operanti e i cittadini possono contare su una tassazione contenuta e servizi efficienti e all’avanguardia; se gli amministratori pubblici si impegnano a organizzare strutture consortili a sostegno delle imprese, e favorire la semplificazione delle procedure; se vi sono strutture formative di alta qualità capaci di attrarre intelligenze e professionalità di livello globale. In pratica, si determinano le condizioni per un futuro di sviluppo solo là dove tutto il contesto dimostra di essere consapevole che, solo, dalla diffusione dell’impresa può derivare la ricchezza del territorio e l’occupazione.
Nell’area di Termoli, quella di provenienza di questi “imprenditori che lavorano e non parlano” (o perché l’eloquio li imbarazza o perché troppo oberati di lavoro nelle loro realtà produttive) purtroppo, siamo lontani anni luce da questa idea di competitività, come dimostrano le ultime vicende che hanno riguardato l’ampliamento della Momentive”.
E’ ovvio, ma vale la pena ribadirlo, che per tutti noi, che siamo prima di tutto cittadini e poi anche imprenditori, interessa moltissimo la salute e la tutela dell’ambiente in cui viviamo!
Ma non accetto e non consento a nessuno che si denunzi la presenza di aziende inquinanti e di tumori da queste provocate senza che sia dimostrabile un nesso di causalità certo e comprovato tra gli elementi in questione. Soprattutto quando esistono autorizzazioni e certificazioni ambientali rilasciate e monitorate di continuo dalle autorità competenti, ma in modo particolare, se queste denunzie provengono da chi si maschera dietro un anonimato non qualificabile.
Per quanto riguarda i dati nazionali dell’Isnart riportati nella nota degli “imprenditori che lavorano e non parlano”, per il ruolo che ricopro e prima ancora come imprenditore da sempre impegnato nel turismo e nell’enogastronomia, ci tengo a precisare che conosco perfettamente l’andamento del settore agroalimentare e le potenzialità del turismo del nostro bel Paese.
Tra l’altro da mesi sono impegnato, insieme ai miei colleghi del sistema Confindustria a promuovere le attività di Expo 2015 a Milano, che, come certamente noto a questi “colleghi anonimi” si svolgerà proprio sul tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Un tema, nemmeno a farlo apposta, legato alla valorizzazione del turismo e dell’enogastronomia, come contributo da sviluppare nel nostro Paese per il futuro del Pianeta.
Ma apprezzare e riconoscere l’importanza di questi temi, non attenua la mia convinzione sul ruolo fondamentale che, per la crescita dell’Italia e dei territori in generale, deve continuare ad avere il settore manifatturiero, grazie al quale siamo ancora oggi la quinta potenza industrializzata del mondo.
Sottovalutare questo aspetto, o negare il ruolo prioritario che l’industria deve avere per lo sviluppo, anche della nostra regione, significa non avere a cuore il problema principale che oggi abbiamo, in Italia e in Molise: quello dell’occupazione. Concludo dicendo che chi continua a sostenere che in Molise si possa fare sviluppo senza le industrie, ma soltanto valorizzando la gastronomia, i tratturi, le sagre e la neve, denuncia i propri limiti e la propria incapacità di uscire dagli stretti confini del proprio agire imprenditoriale, rimanendo legato alla salvaguardia di sé, senza tener in debito conto l’interesse generale della collettività. Spero di aver espresso compiutamente la posizione “del nostro folto gruppo”, quello di Confindustria Molise, fatto di imprenditori di settori diversi, anche confligenti tra di loro, che però sono abituati a riunirsi e a parlare dello sviluppo del Molise guardandosi in faccia.
Ed è anche per questo che, dall’inizio del mio mandato, mi sono adoperato perché, nella nostra Associazione, al fianco delle industrie chimiche, metalmeccaniche, della gomma, della plastica, dei materiali da costruzione, dell’energia e così via, potessero entrare anche le piccole e piccolissime imprese della vinificazione, della trasformazione del latte, dell’agroindustria in generale. Sono, infatti, convinto che solo dal confronto aperto e dalla riflessione comune tra molteplici e diversi soggetti, fuori dagli schemi dell’individualismo e della chiusura ideologica, si possono determinare quelle condizioni per la crescita della nostra collettività regionale, cui prima ho fatto cenno.
Mauro Natale
Presidente Confindustria Molise