Lasciati da parte sia il grande entusiasmo sbandierato dal Presidente Frattura e da altri esponenti molisani del Partito Democratico per la venuta del Presidente del Consiglio Renzi per la firma del Patto del Molise, sia le inevitabili frasi di circostanze per il conseguente rinvio della visita e quindi della sottoscrizione del documento rientrante nel Masterplan per il Mezzogiorno, ai molisani restano solamente tanti dubbi e poche certezze.
Sentimento diffuso e condiviso, stante il solito modus operandi del Governo Frattura nell’escludere da ogni forma di dialogo i Consiglieri regionali, i sindacati e i cittadini molisani; è successo così con la sanità prima e con l’area di crisi dopo, e lo stesso è accaduto con il Patto per il Molise, declinato dal Presidente negli interventi previsti e nelle finalità da raggiungere solamente agli organi di stampa, oramai il nostro unico canale per apprendere ciò che viene deciso nelle stanze del potere regionale.
Neanche uno straccio di documento, di sintesi o di bozza è stato messo a disposizione dei Consiglieri regionali, privandoci della facoltà di poter analizzare e studiare ciò che la Regione di concerto con il Governo nazionale si pone di realizzare, di poter verificare la fattibilità di questi interventi ipotizzati, magari aprendo anche una fase di confronto costruttiva per rappresentare le istanze del territorio.
Sappiamo che sul tavolo sono stati messi 722 milioni di euro, gran parte di questi sono rappresentati dai fondi comunitari, altri provengono da fondi stanziati dal precedente Governo regionale, quindi ci chiediamo se ci sono e a quanto ammontano le risorse aggiuntive, regionali e nazionali, messe in campo per il rilancio del Molise, oppure stiamo assistendo all’ennesimo bluff, con il solito contorno di retorica e falso trionfalismo?
Le analisi degli economisti, diffuse nelle ultime settimane, hanno difatti evidenziato che una gran parte dello stanziamento totale del Masterplan per il Mezzogiorno, parliamo di una quota tra il 71% e il 75%, consiste di fondi già programmati dai governi nazionali precedenti; a questo si aggiunge un particolar ancor più rilevante, nonché negativo, rappresentato dal ridimensionamento del Fondo di Sviluppo e Coesione, passato dagli iniziali 55 miliardi di euro (di cui l’80% destinato proprio al Sud) agli attuali 38 miliardi, difatti sono venuti meno 17 miliardi di euro impiegati dal Governo nazionale per altre esigenze senza tener conto dell’iniziale principio di ripartizione geografica.
Al di là degli annunci e della propaganda, di concreto e verificabile c’è poco, soprattutto perché, con riferimento al Patto per il Molise, parliamo di un documento che non è stato né anticipato né tantomeno discusso con le organizzazioni datoriali, sindacali, se non in un’unica riunione e con una scheda riepilogativa mai fornita ai Consiglieri regionali, con le amministrazioni locali e, soprattutto, in nessuna sede istituzionale regionale, venendo meno ancora una volta ai dettami del nostro Statuto.
Questo lascia aperti sul tavolo una serie di interrogativi per i quali attendiamo una risposta dal Presidente Frattura, a partire dalle modalità in base alla quale si sono scelte le opere prioritarie da inserire nel Patto.
Quando il CIPE si esprimerà per decidere di assegnare il finanziamento?
Quali sono gli impegni che le parti in causa metteranno nero su bianco con la sottoscrizione?
Entro quale scadenza temporale dovranno essere avviati i lavori infrastrutturali previsti nel documento?
Proprio per avere un quadro più chiaro e definito della questione nella seduta di Consiglio regionale del 17 maggio, durante la quale avremmo dovuto discutere la nostra mozione sul riconoscimento dell’area di crisi complessa, abbiamo chiesto al Presidente Frattura di avere il testo del documento che il Premier Renzi avrebbe dovuto firmare quello stesso giorno, rinviando il dibattito della nostra mozione alla prossima seduta consiliare, aggiornandola con il tema e i contenuti del Patto per il Molise per discutere in maniera approfondita sul un nuovo modello di sviluppo propedeutico alla ripresa e alla rinascita della regione.
Angela Fusco Perrella
Michele Iorio
Nicola Cavaliere
Giuseppe Sabusco