L’assessore provinciale ai Centri per l’impiego Alessandro Di Labbio, in merito alla nota del vice presidente della Regione Michele Petraroia pubblicata da alcuni organi di informazione, in risposta ai problemi sollevati nel corso della conferenza stampa di ieri a Termoli, replica quanto segue: “La politica del non fare come quella dell’insulto non mi sono mai appartenute e giammai mi sono permesso di agire per denigrare l’amministrazione altrui. Nel corso del mio incontro con la stampa – dichiara Di Labbio – non ho osato denigrare l’operato di alcunché come del resto rientra nel mio stile.
Senza polemiche, senza puntare l’indice su nessuno, ma col chiaro intento di ottenere solo risposte per i lavoratori. Risposte chiare che ho avuto dalla reazione da chi, forse troppo abituato a fare solo tavoli (stile Ikea) o da chi non ancora si abitua a lasciare psicologicamente lo scranno della minoranza o del sindacato, fornisce informazioni non esaustive confondendo ruoli e normative. E interpreto tale modus agendi come quello di un pugile suonato che si aggrappa alle corde sperando di far trascorrere dei secondi prima del gong. Solo che non stiamo parlando di un match ma della sorte di lavoratori precari, ragazzi che non meritano queste repliche. E sinceramente non ne vedo nemmeno l’utilità se non quella, forse, di mestare nel torbido. E mi spiego. I Centri per l’Impiego svolgono, nell’ambito del territorio di propria competenza, le funzioni amministrative ed i servizi ad essi assegnati dalle Province, nel rispetto degli standard minimi indicati nell’Accordo sancito dalla Conferenza unificata nella seduta del 16/12/1999 e richiamati dal Masterplan dei servizi per l’impiego, approvato con DGR 1347 del 16/09/2002, nonché dal Masterplan dei servizi per il lavoro della Regione Molise approvato con DGR 1232 del 14/11/2008″. D’altro canto, l’assessore regionale non ha fornito alcuna risposta in merito alle modalità e all’importo del finanziamento delle predette funzioni delegate, limitandosi a richiamare le progettazioni esecutive della Provincia di Campobasso, “Masterplan dei servizi per il lavoro” approvate della Regione Molise per le annualità 2007/2013, le quali finanziano il potenziamento dei Centri per l’Impiego mediante risorse comunitarie. Quanto detto non risolve il problema del finanziamento dei servizi per il lavoro dal momento che la Provincia di Campobasso, dal 1 aprile 2014, non sarà più in grado di finanziare con risorse proprie tali funzioni delegate. Si rammenta all’assessore che Palazzo Magno ha più volte sollecitato un incontro presso l’Assessorato regionale al lavoro, per un confronto sulla soluzione delle predette problematiche. Tale richieste rimangono, ad oggi, completamente disattese, preferendo egli convocare solo le confederazioni sindacali e non i referenti direttamente interessati. In un quadro generale di precarizzazione del mercato del lavoro e di smantellamento generale dello stato sociale e di crisi economica perdurante, si sottolinea la necessità non solo di difendere ogni singolo posto di lavoro, ma anche e soprattutto la dignità e i servizi pubblici di tutti i cittadini. Non vorrei che il problema della riorganizzazione, dei servizi per il lavoro, rientri tra le tante questioni rinviate e non risolte da questo assessorato (di sinistra?), quali ad esempio la mancata conclusione del “Piano integrato giovani” le cui procedure selettive, dopo oltre un anno, non risultano ancora concluse dagli uffici competenti, la mancata erogazione delle indennità previste per i Tirocini estivi promossi nella nostra regione e della mancata attuazione del SIL Regionale, che ci vede come unica regione che ancora non dà attuazione al nodo regionale delle comunicazioni obbligatorie. Io credo – conclude Di Labbio – che Petraroia non abbia ben capito la gravità della situazione e insista sulla triennalità dei contratti in questione, facendo finta di non ricordare che parliamo di lavoratori che operano dal 2000, quindi da 14 anni! Non vorrei essere portato a pensare che l’alternanza politica, debba far posto ai nuovi, rottamando i “vecchi”. Colpevoli di cosa? Quindi, senza attaccare l’assessore, lo invito non solo a difendere meglio il suo organico e la sua struttura, ma a venire incontro alle mie richieste legittime, convinto in un sano e costruttivo atteggiamento di collaborazione interistituzionale”.