Marzia era lì presso l’Auditorum di Roma, al Palco della Musica, la sera del 22 dicembre, con gli occhi puntati sul palco dove Oreste Sbarra, il suo fidanzato, batterista del gruppo molisano Percussioni Ketoniche, insieme agli altri componenti del gruppo, stava realizzando il suo sogno davanti a centinaia di persone: suonare presso il Palco della Musica nella realizzazione del progetto di Giulio Costanzo(Maestro del Conservatorio di Campobasso) “Campana e Sonus”, in collaborazione della fonderia Marinelli. Il concerto o meglio la performances di percussioni è stato un crescendo di energia e vibrazioni utilizzando come strumenti le campane di Agnone.
<<L’oggetto-strumento che la Fonderia Marinelli produce da quasi mille anni e monta sui campanili noi lo abbiamo portato in palcoscenico. Le nostre Campane suonano per tracciare un nuovo percorso fatto di suoni, luci e immagini che ricordano il fiume infuocato del bronzo fuso che corre verso la forma vuota che diventerà Campana>> ha detto il maestro Giulio. C’erano un po’ tutti, persino il piccolo Eugenio aveva affrontato il viaggio Campobasso-Roma per assistere al concerto di zio Oreste, ma prima dell’ultimo brano, Sbarra interrompe il concerto e prende il microfono. Marzia si stupisce, mentre Giancarlo l’amico fraterno di Oreste sa cosa sta per accadere. << Voglio fare dei ringraziamenti>>, dice Oreste e poi continua:<<Devo dire grazie ad un uomo molto importante che per me è una grande guida, mi sostiene giornalmente ed è per me un secondo papà: il dottor Ernesto La Vecchia>>. Il dottore La Vecchia si è un attimino commosso, perché lui ama questo musicista come un figlio. <<Grazie dottore, anzi complimenti perché voi ventisette anni fa, impegnandovi con vostra moglie, fino in fondo, avete dato la vita ad una creatura incredibile. Questa signorina mi ha rapito dal primo momento che l’ho vista, con quei suoi occhi meravigliosi>> la voce tradiva la forte emozione ma Oreste ha continuato dicendo:<< Io oggi ho coronato un sogno: suonare su questo palco di questa splendida accademia ed in questo sogno avrei un altro sogno da realizzare, quello di chiedere alla mia fidanzata …>> estrae una scatola dalla tasca dei pantaloni e continuando a guardare verso la platea dice:<< Marzia mi vuoi sposare?>>. Sceso dal palco Oreste si avvicina a Marzia e le porge un cofanetto di velluto contenente l’anello che lui le dona. Lei si alza ed in quel momento così emozionante riesce solo a guardarlo negli occhi e a trasmettergli il suo Si. Il concerto riprende con un ultimo brano, Marzia piacevolmente stordita da tutte le emozioni che la stanno attraversando, stringe tra le sue mani il cofanetto di velluto. Concluso il concerto, rimasti presso l’Auditorum in pochi assieme ai familiari, Oreste si avvicina a Marzia toglie l’anello dalla scatola di velluto e lo infila delicatamente al dito della donna che ha chiesto in sposa. Lei per tutta risposta gli butta le braccia la collo, lui incurante dei familiari ne approfitta per baciarla, ed un grosso applauso conferma il consenso di tutti. <<Credo che adesso dovrebbero ri-suonare le campane!>>, pensa fra se il piccolo Eugenio, mentre applaude e sorride agli zii innamorati.
Carmen Vassalli