Per contrastare il caporalato il Governo sceglie un disegno di legge. A poche ore dall’approvazione di un pacchetto di misure inserite all’interno del Codice antimafia, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ad un ddl organico per il contrasto a caporalato e lavoro nero in agricoltura. “Siamo soddisfatti del fatto che il Governo abbia finalmente accolto le nostre richieste e ci auguriamo che questo provvedimento di legge trovi in parlamento una via preferenziale per essere approvato in tempi rapidi” ha detto Stefano Mantegazza, segretario generale Uila Uil che, pur riservandosi una lettura più approfondita delle norme contenute nel provvedimento, ritiene “comunque positiva l’attenzione del Governo su un tema che aspetta da troppo tempo di essere affrontato in modo strutturale”.
Il provvedimento contiene da un lato alcune delle norme inserite nel Codice antimafia e dall’altro le misure per implementare la Rete del lavoro agricolo di qualità attualmente all’esame della commissione agricoltura della camera. Viene rafforzata l’operatività della Rete includendo tra i soggetti che vi possono aderire sportelli unici per l’immigrazione, istituzioni locali, centri per l’impiego e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura, mentre per istituire un servizio pubblico di trasporti per i braccianti la partecipazione sarà consentita anche ai soggetti abilitati al trasporto di persone. Il provvedimento prevede un’estensione delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete, presieduta dall’Inps e composta da sindacati, organizzazioni agricole e istituzioni.
L’elemento di novità del disegno di legge è la previsione di un piano di interventi per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali che coinvolgerà le amministrazioni statali nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo. Il piano sarà stabilito congiuntamente da Regioni, province autonome e amministrazioni locali nonché dalle organizzazioni di terzo settore.
A livello penale, oltre alla confisca obbligatoria e all’estensione della responsabilità in solido delle aziende che si siano rese complici del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza di reato dell’autore di intermediazione e, al tempo stesso, l’applicazione di una circostanza attenuante per colui che si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, assicurare le prove dei reati e individuare gli altri responsabili. Le vittime di caporalato, infine, saranno risarcite attraverso l’estensione delle finalità del Fondo per le vittime della tratta.
“Il caporalato è fenomeno presente anche nella nostra regione – fa rilevare Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – soprattutto nelle zone agricole del basso Molise a ridosso della Puglia. Quando si tratta di risparmiare sui costi della manodopera e sui diritti dei braccianti impegnati nelle coltivazioni orticole, di raccolta dell’uva o delle olive, le cattive abitudini e le prassi scorrette si apprendono facilmente. In molti casi sono state le forze dell’ordine ad intervenire ma qualcosa di più si deve fare anche con la vigilanza del sindacato che in queste realtà è attivo e presente. Ma non c’è dubbio che l’adozione di un provvedimento di legge organico sulla materia faciliterà le azioni di controllo e di repressione del fenomeno. Altrettanto importante è che anche in Molise sempre più aziende aderiscano alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, organismo autonomo, cui possono aderire le imprese agricole che rispettano i contratti e i diritti dei lavoratori, nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità nel settore agricolo”.
Mantegazza e Boccardo (UIL): lotta al caporalato, qualcosa si muove
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