Sulla questione del ristoro dovuto alla Regione Molise a seguito della cessione dell’acqua alla vicina Regione Puglia, e mai corrisposto, non ho alcuna intenzione di mollare la presa. Per questo motivo ho presentato una nuova mozione (firmata anche dai colleghi Di Pietro, Federico, Ioffredi, Iorio, Lattanzio, Manzo, Monaco, Niro, Parpiglia, Petraroia, Sabusco, Scarabeo e Totaro) che intende impegnare nuovamente il presidente della Regione, l’assessore competente e tutta la Giunta a monitorare con particolare attenzione, a tutela della nostra regione, l’evolversi della potenziale realizzazione del nuovo invaso di Piana dei Limiti; a dare immediata esecutività a quanto deliberato all’unanimità dal Consiglio regionale, in data 15 settembre 2015, circa la mancata ottemperanza all’accordo preso fra le Regioni Molise e Puglia per la cessione di acqua e ad intervenire in ogni sede politica, istituzionale e giuridica affinché eventuali corresponsioni dovute dalla Regione Puglia e dalle altre confinanti, servite dall’acqua molisana, siano recuperate con particolare riguardo a quanto non riscosso, in termini di infrastrutture e/o di rimborsi spettanti per il dovuto ristoro ambientale, con la eventuale previsione di opportuni adeguamenti tariffari.
Come è noto, dall’inizio di novembre nella vicina Puglia, si è ricominciato a parlare con insistenza della realizzazione della diga di Piana dei Limiti; a giudizio del Consorzio per la bonifica della Capitanata si tratta di una infrastruttura di rilevanza strategica e questa tesi è stata sposata in pieno anche dall’europarlamentare Elena Gentile che ha proposto di inserire tale opera in quelle da finanziare con le risorse della Banca europea per gli Investimenti.
A prescindere dalle motivazioni tecniche per le quali, dal lontano 2007, ritengo che tale infrastruttura non debba essere realizzata (segnalai le criticità all’allora Procuratore regionale della Corte dei Conti), dalla contrarietà manifestata dai territori e dalle associazioni ambientalistiche, dalla pericolosità di tale realizzazione che andrebbe a gravare su un territorio gravemente compromesso da fenomeni ampi di dissesto idrogeologico, credo che sia arrivato il momento di farci sentire e di reclamare con forza il rispetto dei patti siglati nel 1978 in base ai quali la Regione Molise avrebbe dovuto essere oggetto di un ristoro, in termini di infrastrutture, derivante dall’erogazione della nostra acqua alla vicina Regione Puglia che, ad oggi, non ha inteso nemmeno rispondere ad una garbata richiesta di incontro, che ho inviato più di un anno fa.
Salvatore Ciocca