Dopo aver deciso di chiudere l’esperienza politica ed amministrativa rocchese con le elezioni del 31 maggio scorso, mi ero ripromesso di evitare di partecipare a polemiche che riguardassero l’Amministrazione comunale, perché quasi tutti gli interventi fatti dal gruppo oltrino al Comune mi sembrano più finalizzati a dimostrare che esistono anziché a sollevare questioni serie e a indicare possibili soluzioni.
Il senso della misura è sempre un elemento fondamentale se si vuole evitare di cadere nel ridicolo. Lo è per tutti, e in particolare per chi rappresenta i cittadini e le istituzioni. E credo che sia stato abbondantemente “oltrepassato”.
Il gruppo “Oltre” è alla continua ricerca di scoop per dimostrare che a Roccavivara si è amministrato violando le regole della trasparenza o addirittura che si amministra con metodi e sistemi mafiosi. Infatti, mentre oggi si tira in ballo la Deliberazione della Corte dei Conti, alcuni mesi fa evocò la data del 9 maggio 1978, “una notte buia dello Stato italiano” e tragica, aggiungo io, quando fu ritrovato il corpo di Aldo Moro, per arrivare a fare un parallelismo con la data del 9 maggio del 2015 quando “noi giovani e inesperti, ci siamo esposti in piazza per il bene comune” come fece Peppino Impastato, “un giovane che aveva voglia di riscatto, di lottare per la sua terra, di giustizia e soprattutto sperava che la mafia e i giochi di potere scomparissero” che, per inciso, fu ucciso.
Questi “giovani” che fino a quel 9 maggio si sono disinteressati di tutto, che erano in tutt’altre faccende affaccendati e quando erano “impegnati” magari dissertavano di palloni, al pari della “Pulsella d’Orleans” hanno sentito la “chiamata” e indossato l’elmetto, il giubbotto antiproiettili e tutto quanto può essere utile a difendersi dal fuoco della lupara, sono partiti per immolarsi e liberare la comunità rocchese dal giogo e dalla mafia (sic)!
I “neomartiri rocchesi” mi fanno pensare a coloro che si fanno esplodere al grido di “Allah akbar”. Come tutti i neofiti pensano che la storia comincia con il loro risveglio all’impegno civico e politico, sempre aborrito fino ad ora o messo al servizio di chiunque ha governato, a tutti i livelli. Evidentemente sul cammino hanno incrociato il loro Maometto.
Ma torniamo alla Corte dei Conti. Semplicemente per esigenza di chiarezza, e di quella tanto invocata trasparenza, mi vedo costretto a chiamare in causa persone di cui ho avuto e conservo la massima considerazione e stima, umana e professionale.
I fatti si sono succeduti così come ripresi dalla Deliberazione fatta dalla Corte dei Conti. Ma perché gli oltrini omettono o non sanno e non vogliono sapere che la legge prevede che la relazione di fine mandato deve essere redatta dal responsabile del servizio finanziario o, laddove mancasse, dal segretario comunale e, solo dopo, sottoscritta dal sindaco? Forse perché il responsabile in questione presumibilmente è politicamente riconducibile agli oltrini? Poteva il Sindaco sostituirsi al responsabile per la redazione della relazione? Evidentemente no perché la relazione non ha natura politica ma tecnica e deve contenere la descrizione dettagliata delle principali attività normative e amministrative svolte durante la consiliatura che sono state espressamente riportate sull’apposito modello. Non a caso la stessa relazione va certificata dall’organo di revisione. Nel merito della relazione, la Corte dei Conti non ha avuto nulla da eccepire. La relazione è stata da me sottoscritta lo stesso giorno in cui il responsabile del servizio finanziario l’ha redatta.
Sono convinto che il responsabile finanziario sia stato indotto in errore, e confesso di non essermene accorto, computando i 60 giorni antecedenti la data di scadenza del mandato facendo riferimento alla cessazione dalla carica non già in alla definizione di inizio e durata del mandato.
Quanto al ritardo della pubblicazione della relazione all’albo del Comune, i novelli Catone forse non conoscono le “linee guida per il funzionamento dell’Albo Pretorio Informatico” del Comune che amministrano che al comma 2 dell’articolo 5 recita: “ la responsabilità della gestione del servizio di pubblicazione degli atti è di ogni responsabile di area per tutte le tipologie di atti pubblicati di propria competenza, il quale provvederà direttamente o con un delegato alla pubblicazione”.
Se c’è una sottolineatura che rispedisco risolutamente al mittente è quella relativa alla mancanza di trasparenza. Nella mia lunga attività politica ed amministrativa gli edifici che ho frequentato non hanno avuto pareti di vetro, sono stati senza pareti.
Chiedo scusa al responsabile del servizio finanziario del Comune per averla trascinata in questa polemica. So bene quali e quanti adempimenti, che producono ritardi, si richiedono in nome dello snellimento, della trasparenza e dell’efficienza della Pubblica amministrazione. So bene anche quante volte si possono commettere errori. Uno non lieve lo riconosco a me stesso: aver voluto valorizzare qualche “professionista” locale la cui professionalità è almeno dubbia.
Domenico Di Lisa
Già sindaco di Roccavivara