Riportiamo il testo della lettera consegnata al Direttore Generale dell’ASREM, Pirazzoli, a firma del consigliere regionale Monaco.
Gentilissimo dottor Pirazzoli,
mi rivolgo direttamene a lei per evidenziare una situazione incresciosa che si è venuta a creare in Molise, a danno della efficacia nella diagnostica delle neoplasie. Circa tre anni fa ebbi l’occasione di gioire perché, dopo due anni di inattività, riprendeva a funzionare il mammografo mobile. Uno strumento utilissimo per raggiungere le persone che vivono lontane dai presidi ospedalieri e che, pertanto, avrebbero avuto maggiori difficoltà a sottoporsi agli esami necessari per la diagnostica preventiva.In seguito, si è provveduto all’acquisto di un nuovo mammografo mobile in sostituzione di quello precedente, ormai obsoleto, con il quale si è proseguita l’attività di screening oncologico presso le abitazioni dei pazienti a rischio.
Non è certo compito mio riferirle o ricordarle i benefici ottenuti grazie a questo tipo di controllo, quello che a me preme è avere la certezza che tale servizio continui per assicurare i LEA, che la popolazione molisana e soprattutto gli anziani residenti nei piccoli centri di montagna, possa essere tutelata e sostenuta nella lotta all’insorgenza dei tumori e al controllo delle eventuali neoplasie già individuate.
Attualmente, però, il mammografo mobile è fermo, non perché non vi sia necessità del suo utilizzo, semplicemente perché non viene data l’autorizzazione a condurre gli esami a domicilio. Non so quale sia la motivazione che lei può addurre, quello che è stato riferito a me riguarda scelte di tipo immorale, scelte che ricadrebbero nella sfera meramente economica per il personale interessato. Il rischio ulteriore, per la Sanità molisana, è che se i controlli dovessero essere effettuati solo ed esclusivamente in ambulatorio ci sarebbe un aumento di lavoro per medici e tecnici che potrebbe rendere necessaria l’internalizzazione, con un aumento dei costi notevole.
Pur sapendo che il servizio di screening itinerante sarà appaltato fra qualche mese ritengo che non si possa rinunciare al suo utilizzo specialmente in questo periodo dell’anno. Come si può pensare di costringere un’anziana signora residente in uno dei tanti piccoli paesi molisani a mettersi in viaggio, sfidando le intemperie, per raggiungere il più vicino ospedale per effettuare una mammografia, quando potrebbe tranquillamente farla a casa sua?
Il motivo di questa lettera è tutto qui; se anche lei ritiene che il servizio di prevenzione e controllo sia il metodo migliore per sconfiggere il tumore, faccia tutto quanto possibile per rimettere in moto il mammografo mobile. Non sarò io a ringraziarla, ma tutti coloro che ne avranno tratto beneficio.
Filippo Monaco