L’elevato tasso di disaffezione degli elettori non risparmia il Molise ed obbliga i partiti e le coalizioni politiche ad aprire una riflessione seria sulle ragioni che allontanano i cittadini dalla partecipazione al voto. Senza entrare in casa d’altri non si può attendere la riorganizzazione del centrodestra o il consolidamento del Movimento 5 Stelle che giustamente perseguono la propria strada. Spetta al centrosinistra che governa a livello nazionale e al PD che si è confermato quale primo partito italiano, adoperarsi per rilanciare il proprio progetto politico sul territorio attraverso un’azione coesa, determinata, efficace ed incisiva.
In Molise le elezioni comunali hanno visto vincere aggregazioni civiche non meglio individuate in termini di schieramento politico, in cui non mancano alleanze extra-large e dalle quali non è chiaro il posizionamento rispetto ai grandi temi nazionali ed europei.
In alcuni comuni esponenti della Lega Nord di Matteo Salvini si sono uniti al resto dell’arco parlamentare con una disinvoltura che merita di essere approfondita.
Sommare gli opposti può consentire una vittoria aritmetica ma equivale a una resa culturale, per questo ringrazio vivamente gli esponenti del PD che si sono presentati nelle liste comunali locali con il simbolo del partito e/o con alleanze di centrosinistra chiare, nitide e coerenti.
La loro testimonianza esemplare merita rispetto in una fase politica caotica nella quale ci si illude di amministrare con gli occhi rivolti alla punta delle proprie scarpe anziché con lo sguardo rivolto all’Unione Europea e all’Italia.
Quale progetto istituzionale, sociale, culturale e di sviluppo locale potrà mai emergere da coalizioni di potere realizzate tra persone che non condividono alcuna posizione ideale tra di loro?
Sui tagli al sistema delle autonomie locali, sul superamento delle Province o sulla chiusura delle Regioni, cosa mai potranno dire o dare queste aggregazioni di campanile?
Un conto è la politica frutto di confronto ed incardinata sui valori, proposte progettuali ed ideali. Altra cosa è la gestione del potere come unico riferimento possibile della propria azione istituzionale.
Altrimenti la disaffezione non potrà che aumentare con ulteriori arretramenti nella libera partecipazione democratica dei cittadini alla vita istituzionale.
Pietro Maio