(Adnkronos) – “La Commissione parlamentare ha scelto di aprire un comitato apposito che si occupi di nuove tecnologie e di cybercrime. Lo ha fatto perché la consapevolezza, che spesso manca anche nella politica, possa diventare invece pane quotidiano. Noi abbiamo la necessità di dire, anche fuori da queste sale” del Parlamento “che esiste una nuova criminalità organizzata che ha cambiato completamente modello”. Così Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, intervenendo oggi, a Roma, in occasione della presentazione, a Montecitorio, del rapporto ‘Cyber organized crime – Le mafie nel cyberspace’, realizzato da Fondazione Magna Grecia, che fornisce una panoramica della trasposizione digitale delle organizzazioni criminali in ambiti che fino a qualche anno fa sembravano inimmaginabili. È “una cosa assolutamente lontana nel tempo, l'esempio della mafia con la coppola e la lupara – ha continuato Colosimo – perché, chiunque sia dotato di un telefonino, e non soltanto di un criptofonino, per rimanere in tema, sa che esistono le piazze di spaccio virtuali, che con un canale telegram si vende la merce, si compra la merce e, spesso, quella merce si vende e si compra in bitcoin, piuttosto che con altri metodi, su piattaforme exchange. Questo noi lo dobbiamo dire, lo dobbiamo sapere, se davvero vogliamo fare la lotta al narcotraffico e alla criminalità organizzata. Dobbiamo mettere sempre più in campo politiche e legislazioni che ci permettano di dare ai magistrati e agli inquirenti gli strumenti per fermare tutto questo”. Riferendosi all’esperienza di incontrare i ragazzi delle scuole, la presidente ha sottolineato che la “spaventava l'idea di un modello imperante sui social, che diventasse virale l'evasione di Raduano piuttosto che la guerra – ha raccontato – che la colonna sonora più utilizzata dai ragazzi fosse ‘Volevo fare il boss’, di Tony Effe. E quando sono arrivata a Castelvolturno e un ragazzo mia ha detto ‘presidente ma io perché devo prendere 3-4 euro l'ora per fare il cameriere in nero quando se vado a fare la sentinella nella piazza di spazio ne guadagno 500?’ La risposta è stata no – ha affermato Colosimo – Il successo si guadagna con il sacrificio, come hanno fatto i nostri nonni, con la capacità di mettersi alla prova sulle proprie capacità, non facendosi sfruttare da chi si arricchisce su quel ragazzo. Ma si fa questo soprattutto se, a quel ragazzo, nessuno più proporrà un lavoro in nero e se non dovrò più assistere, al Kevin Di Napoli di turno, picchiatore del gruppo dei Piscitelli che, mentre è ancora recluso in una comunità di recupero, viene accompagnato sul palco da quel Tony Effe di ‘Volevo fare il boss’. Questo è il messaggio devastante – ha concluso – sul quale noi dobbiamo intervenire, se vogliamo davvero che le nuove generazioni abbiano altri miti”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Mafia, Colosimo: “Non è più coppola e lupara, in Antimafia comitato per cybercrime”
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