Come è noto, a seguito delle battaglie svolte anche dal PCL di Isernia unitamente al segretario regionale del sindacato CSA (massimo esperto in materia nella nostra Regione), e altre associazioni, l’autovelox abusivo di Macchia era stato spento.
Infatti, sebbene la “motivazione” formale della sua rimozione fu indicata “nell’insistenza di lavori stradali”, tutti sanno che esso fu dichiarato illecito ed abusivo da parte del Giudice di Pace; per cui tutti i ricorsi che eccepivano la nullità delle salate multe sono stati accolti, a beneficio dei tanti lavoratori e poveracci tartassati, che già vivono in difficoltà.
Ma il nuovo sindaco di Macchia, come il precedente, fa rispuntare la macchinetta, sia pure un po’ più spostata, che a suo dire sarebbe ora “in regola”.
Orbene, se questa volta sono state rispettate le norme lo verificheremo e, se esse risultassero violate come in precedenza, senza indugio attiveremo nuovamente tutte le tutele per far annullare eventuali multe, in particolare per i lavoratori e i più indifesi che già hanno patito e patiscono le conseguenze della crisi capitalistica ed il salasso antisociale dei governi di destra o del PD.
Ma a prescindere dalla questione legale, sul punto, riponiamo la questione della macelleria sociale e della giusta politica del traffico.
In quel tratto di Macchia si evidenzia tutta la paradossale e irrazionale condotta tenuta da Comune, Prefettura e Anas: prima hanno creato una serie di accessi illegali e pericolosi verso la zona commerciale, poi, a fronte del pericolo che essi stessi hanno creato tartassano i poveracci con la macchina sforna multe, che peraltro non serve a rimuovere tali rischi ! Una follia.
Ciò premesso, fermo restando che nonostante quanto sopra in quel tratto non v’è frequenza di incidenti idonea a giustificare l’autovelox, se veramente le predette autorità politiche e burocratiche tenessero alla sicurezza stradale, dovrebbero fare
1)- togliere l’autovelox inutile e dannoso per le classi lavoratrici e meno abbienti;
2)- creare una rotatoria di deflusso verso la zona commerciale, il che consentirebbe non solo la giusta sicurezza stradale ma renderebbe più agevole, meno inquinante/oneroso il collegamento tra la strada e la detta zona.
Di più: a parte che tale opera potrebbe e dovrebbe realizzarsi con i milioni vincolati per legge alla sicurezza stradale ed incassati dalle stesse multe non opposte, come è noto, tale opera fu anche offerta gratuitamente da un imprenditore e fu inauditamente rifiutata.
Non solo: pur di impiantare la vecchia macchinetta (quella abusiva poi rimossa), per consentire l’installazione pratica sul posto, seguì l’ulteriore irrazionalità di sperperare altro ingente denaro pubblico con la chiusura di un accesso, chiusura che peraltro determinò gravosi ed inquinanti giri e allungamenti di percorso per mezzi pesanti ed auto che dovevano raggiungere la zona commerciale nella stradina adiacente.
Insomma: una disastrosa politica del traffico, combinata con la macelleria sociale; gli unici ad avvantaggiarsene sono le società private che vendono le macchinette e che si aggiudicano gli appalti del servizio e che, anch’esse, a quanto pare tengono tanto alla sicurezza degli automobilisti.
In quanto alle casse comunali di Macchia d’Isernia: sappiamo che hanno incassato vari milioni di euro in questi anni per le multe non opposte sfornate dalla vecchia macchinetta poi dichiarata illecita dal Giudice di Pace.
E dato che si tratta di soldi della collettività, vogliamo sapere come sono stati destinati, e se sono stati rispettati i vincoli di legge a partire dal loro impiego per la sicurezza stradale, fermo restando che ne rivendichiamo – per il resto non vincolato – una destinazione all’occupazione per servizi utili alla collettività.
Tiziano Di Clemente