Il prof Di Giglio, pur rimanendo tesserato del PD , lascia il direttivo del partito e ne spiega pubblicamente le ragioni. È’ il medesimo che entrato in virtù della ‘buona scuola’ nell’organico scolastico pare rampognasse su fb contro i colleghi, che non erano grati, al suo pari, alla riforma Renzi; è il medesimo che con dedizione e spirito di servizio si è speso nel PD e sul territorio per il sì al referendum costituzionale; è il medesimo che da civatiano rimase illo tempore non solo nel PD ma si munì di spirito collaborativo al fianco della segretaria Fanelli quando Civati uscì dal PD e fondo’ un movimento diverso; è oggi colui che esce dal direttivo PD motivando la scelta con un’espressione lapidaria: il fratturismo. La spiegazione del fratturismo data da Di Giglio in buona parte corrisponde, di fatto, a quella dello iorismo, che nei tempi che furono fu ampiamente chiarita da diversi commentatori, tra i quali quelli che, appunto, in occasione delle elezioni del 2013 individuarono in Frattura specularmente la vena tipica dello iorismo. È evidente che l’espressione ‘fratturismo’ è in linea con l’incapacità creativa, sul piano linguistico e della comunicazione, dei ‘compagni’, basti pensare ai fuoriusciti che hanno fondato al posto del PD, il DP. Ne è altrettanto evidente la miopia politica che forse deriva proprio dai confini del registro linguistico o dall’assenza di interiorizzazione delle buone letture, che non aprono facilmente e tempestivamente i piddini all’esercizio del pensiero critico. Del resto, chi è Paolo Frattura? Il governatore targato PD che proviene da Forza Italia e che deve tanto sul piano lavorativo e di crescita personale a quest’ultimo movimento. Di Giglio cosa rampogna? Che Frattura ha appiattito il partito sotto la sua persona, nonché sotto le persone di cui si avvale per governare, per lo più provenienti dal cdx, e senza dare spazio alla segretaria Fanelli, la quale, a suo dire, pur provando ad avere un’interlocuzione col governatore, non ci riesce. Rispetto a quest’ultimo aspetto delle due l’una: o la Fanelli è un’incapace come segretaria PD o è semplicemente persona che deve talmente tanto, sul piano personale, al governatore che certo non può avere autorevolezza e soprattutto libertà d’espressione – Di Giglio forse dimentica che la Fanelli ha ‘ricompense’ in Regione e in Europa, volendo tralasciare la sua estrazione che, del pari, rimanda al cdx di Iorio-Vitagliano. Tra l’altro il PD degli ultimi anni ha puntato sul leaderismo o pseudo tale, caratterizzato però da autismo e autoreferenzialita’, tanto che Renzi, emulo lui stesso del Berlusconi nazionale , senza averne però alcune caratteristiche vincenti sul piano della comunicazione, all’indomani del voto referendario ha espresso tutto il suo stupore circa l’esito e ha continuato, nonostante tutto, a voler rimanere in sella al partito sino all’estrema conseguenza, condita di strappi, lacerazioni e scismi, vedremo quanto veri. In Molise addirittura la segretaria PD non è stata sin qui messa neppure in discussione: la renziana doc Fanelli è rimasta al suo posto. Ruta nell’incontro del partito che si è tenuto la settimana scorsa a Cb neppure si è presentato, veicolando successivamente mezzo stampa la sua volontà : stare al fianco di Emiliano. Leva, avvertito l’odore di proporzionale alle prossime elezioni e essendosi schierato all’ultimo, ma apertamente, per il no al referendum costituzionale, è passato al DP. Insomma il partito a livello nazionale paga oggi lo scotto della confusione presente sin dalla sua stessa genesi e a livello locale sta procedendo secondo il canovaccio tracciato sin dall’inizio, con innesti nuovi alla Facciolla e chissà chi altri che di sinistra poco hanno. Un PD che tra l’altro, per necessità storica, ha organizzato una coalizione inevitabilmente confusa, basti per tutti pensare a Rialzati Molise di Cotugno-Patriciello. Eppure, nonostante la narrazione dei fatti, c’è chi nel PD continua a ipotizzare l’esistenza di un cuore pulsante a sinistra e a questo punto non si comprende se, pertanto, questi piddini ci sono o ci fanno. In entrambi i casi, c’è da dire che sono stati funzionali al PD Renzi e a livello locale al PD Frattura ma, soprattutto, in via prospettica, ai 5 stelle. Tanto più che sul cerchio fiorentino, seppure sul piano giudiziario nulla dovesse risultare a livello penale, tutto è già uscito a livello politico, circa cioè il sistema messo in atto dal giglio viola. Cosa che forse basta, appunto, per far voltare definitivamente pagina ai residui elettori PD.
Adele Fraracci