Le dichiarazioni dei portavoce M5S in Consiglio regionale, Patrizia Manzo e Antonio Federico, sulla manifestazione di Termoli organizzata dal Comitato ‘No Tunnel’.
Patrizia Manzo: “presente alla manifestazione indetta dal Comitato ‘No Tunnel’ per diverse ragioni. Per chiedere anche io a gran voce l’approvazione di una legge sul referendum in regione, così come previsto dallo statuto regionale (La nostra proposta giace nei cassetti della I commissione da inizio legislatura).
Per chiedere una programmazione del territorio. La nostra mozione sul piano paesaggistico giace tra gli ordini del giorno del Consiglio regionale da troppo tempo. Abbiamo sollevato la questione in diversi dibattiti, ora è arrivato il momento di affrontare il tema con un voto politico.
Perché occorre dotarsi di un piano di sviluppo industriale di cui si parla dall’istituzione della nostra Regione.
Perché sui fondi europei destinati al tunnel troppe volte ho ascoltato finte verità. Abbiamo chiarito da subito che i 5 milioni di euro avevano uno specifico vincolo per la rendicontazione dei fondi ma nessuno ha dato la possibilità, né ai cittadini né al Consiglio regionale, di discutere su proposte alternative e realizzabili, calando dall’alto quest’opera.
Perché se è vero che il regolamento referendario del Comune di Termoli è inapplicabile, allora, da cittadina, ne chiedo una modifica immediata. I cittadini non sono sudditi, ma con una giusta e corretta informazione, possono e devono partecipare e condividere le scelte importanti per il proprio territorio.”
Antonio Federico: “Aderisco alla manifestazione a Termoli perché la scelta di realizzare quest’opera l’hanno presa in quattro persone senza coinvolgere nessuno.
Non è stato coinvolto il Consiglio regionale quando per ben due volte sono stati rimodulati i fondi dell’APQ Viabilità (parliamo di circa 100 milioni di euro comprensivi della metropolitana leggera e del tunnel, solo per citarne due), nonostante le previsioni statutarie della Regione Molise.
Non sono stati coinvolti i cittadini termolesi che, pur avendo raccolto oltre tremila firme per poter dire la loro tramite referendum, non hanno fatto i conti con l’estrema burocrazia e, forse, con un pizzico d’inesperienza. Insomma aderisco alla manifestazione di oggi non per l’opera in sé, ma perché deve finire questa politica del ‘ce la cantiamo e ce la suoniamo’ che tanto piace alle classi dirigenti ad ogni livello!”