Lutto/ In ricordo di Sergio Di Vico

di Stefano Manocchio

Non sono solito scrivere necrologi, a meno di voler ricordare persone che hanno avuto un ruolo nella mia vita o hanno lasciato un ricordo nel mio periodo giovanile; per Sergio Di Vico sento di fare una delle rare eccezioni, perché l’ho apprezzato molto, per meriti sportivi, nel periodo giovanile, ma ancora più l’ho apprezzato negli ultimi anni, pur conoscendolo da sempre.

Sergio è stato un’apprezzato manager nella sanità molisana, ma, almeno per quanto mi riguarda, è stato un manager illuminato e determinante per il decollo del basket maschile campobassano dagli anni ’70 ai ’90. E’ stato per me importante, quando con l’amico Michele Falcione abbiamo dato vita ad un libro su quel periodo d’oro per il movimento cestistico regionale, capire e conoscerlo meglio, pur avendo sempre apprezzato la sua gentilezza nei modi anche in un carattere non facilissimo.

Con Sergio ci siamo incrociati in strada più o meno quotidianamente per alcuni anni, soprattutto la sera per il corso principale e di recente nei pressi del bar di Lupacchioli, dove si fermava soprattutto nel tardo pomeriggio e la sera; tutti i giorni un saluto, occasionalmente una breve chiacchierata o un ricordo e sempre l’arrivederci a presto. Ora è triste sapere che quel saluto verrà meno e mi mancherà molto; mi mancherà anche quello sguardo nel quale sempre ho letto la riconoscenza per la bella intervista realizzata per quel libro, ma anche per avergli ricordato quel periodo, dandogli continuamente atto del suo lavoro come insostituibile manager di quella società sportiva. Un lavoro che era il frutto delle risultanze di quasi tutte le altre interviste contenute nel libro, perché tutte le persone contattate, dagli ex-giocatori, agli imprenditori ai dirigenti sportivi, lo avevano continuamente segnalato come la mente ed il motore di quel successo.

Negli ultimi mesi quei saluti si sono fatti più rari, non ci siamo incrociati in strada come in passato e qualcosa nelle rare occasioni d’incontro mi diceva che la situazione di salute era peggiorata.

Ora voglio solo dire: grazie Sergio, per quello che hai fatto per il basket campobassano, grazie per i gentili saluti e per le chiacchierate, che non dimenticherò mai. R.I.P.

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