Sulla sanità è singolare assistere alle urla di tanti lupi che hanno condiviso per un decennio le scelte scellerate che hanno devastato il sistema, dissestato i conti, prodotto debiti per centinaia di milioni di euro con connesso commissariamento del 29 luglio 2009. Mai una parola quando si sono regalati 11 milioni di incentivi per rottamare Primari e Dirigenti. Nulla da dire al cospetto di centinaia di Unità Operative, di esternalizzazioni costose, ristrutturazioni infinte, assenteismo, long list, black hole e consulenze. All’improvviso chi coi propri silenzi ha coperto i responsabili dello sfascio della sanità molisana si erge a paladino dell’utenza, dei pazienti e dei territori.
E come nelle favole del lupo e dell’agnello la colpa è sempre dell’agnello se le acque sono torbide, sia se è a valle che se è monte del lupo. Sul riordino obbligato del sistema sanitario non è condivisibile la scelta di affidare la stesura parziale o totale a chi per anni ha condiviso le scelte errate del precedente governo regionale. Al contrario non è l’ASREM a decidere ma le istituzioni, i sindacati, le associazioni e le comunità locali, attraverso un confronto aperto che non può che progettare un sistema sanitario pubblico teso a valorizzare la medicina territoriale superando l’ospedalizzazione.
Troppi operatori privati sia nel sistema per acuti che nella rete territoriale e diagnostica perseguendo il profitto a scapito della tutela della salute dei cittadini hanno contribuito a far saltare i conti della sanità molisana. Si può e si deve orientare il futuro assetto sanitario regionale verso il sistema pubblico a partire dal Cardarelli, principale ospedale del Molise, sul quale non debbono sussistere dubbi che sia un presidio pubblico gestito dal pubblico e per una sanità pubblica.