Il Molise è riuscito a rendere effettiva una rivoluzione culturale. Dall’esame di quanto sta succedendo in questi giorni, specie nel settore della Sanità, il movimento dadaista attivo negli anni 20 dello scorso secolo ha preso il potere e dalla dimensione puramente estetica si è trasformato in vera e propria modalità di amministrazione e di governo, a tutti i livelli, nella Regione.
Perchè pensiamo che i dadaisti abbiano assunto la guida della nostra regione? Semplice: una sequenza infinita di provvedimenti è ispirata alla ideologia dadaista, che faceva perno su un punto centrale: il rifiuto della logica e della ragione. “Dio e il mio spazzolino sono Dada” una delle loro frasi più celebri. E allora non possiamo non vedere Dada anche nella conduzione della cose pubbliche molisane.
Il commissario Giustini che nomina il direttore della Asrem Florenzano commissario a sua volta per il Covid, con un gesto demiurgico di duplicazione commissariale, è dadaismo alla stato puro. Ma già la presenza al Ministero della Salute di due piani per combattere il Covid in regione, uno predisposto da Giustini un’altra dal suo subcommissario sfidano la ragione e sfociano nel più puro dadaismo.
L’aver scoperto ad un anno da inizio pandemia che presso un privato , a Salcito, ci sono ben 60 posti letto attrezzati per terapie subintensive Covid, con tanto di medici e personale sanitario di supporto dove prima c’era invece un privato che si occupava di riabiltazione e fisioterapia sfida ogni logica, è puro dadaismo. E’ dadaista, ed è anche un progetto di arte e architettura dadaista, la torre Covid del Cardarelli così come è stato un gesto puramente dadaista sfondare i muri di notte dei reparti del Cardarelli per dare spazio a nuovi posti letto per gli ammalati di coronavirus.
La scampata persecuzione dei maiali, la disciplina della raccolta dei tartufi per contrastare la pandemia sono gesti catartici che nel Dadaismo hanno le loro radici più profonde. Così come dadaista è stato evitare per oltre un anno che un ospedale attrezzato e libero, come il Vietri di Larino potesse ospitare qualche malato Covid.
Tristan Tzara, uno dei fondatori del movimento. lo disse chiaramente nel manifesto Dada del 1918: “sono contro l’azione, per la contraddizione continua e anche per l’affermazione, non sono né favorevole né contrario e non do spiegazioni perchè detesto il buon senso”. Ecco: i dadaisti detestano il buon senso e quindi, nel Molise, governano evidentemente loro. Di buon senso, infatti, nella gestione della epidemia Covid in questa disgraziata regione non se n’è visto, sinora, nemmeno l’ombra.
Aigor
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