Lo studio/ Un lavoratore su dieci pronto a lasciare il lavoro

Secondo un’analisi condotta dalla società di Recruiting “Hays Italia”, dalla piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico Serenis, il “cambio vita” per molti sembra essere più che una semplice idea, tanti stanno mettendo in discussione le proprie scelte di vita, quasi un lavoratore su dieci (8%) ha già pianificato tutto ed entro un anno è pronto a lasciarsi alle spalle il passato.

L’obiettivo è la “ricerca della felicità”; il 25% ha intenzione di fare il “salto” più avanti, mentre per quasi la metà resta solo un sogno nel cassetto; non azzarderanno mai il grande passo, ma rimane un monito per aziende e istituzioni. Questi numeri testimoniano un senso di infelicità diffuso, tanto che quasi quattro lavoratori su dieci si ritengono insoddisfatti del loro attuale lavoro, solo il 28% è pienamente appagato, quasi sei su dieci pensa, almeno, una volta a settimana di dare un taglio all’attuale vita per una totalmente diversa. A prescindere dalla situazione economica, o di sesso, vive principalmente da solo, ha dai 50 ai 64 anni, è un profilo tendenzialmente alto, ma coinvolge anche i giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro, vive in comuni molto piccoli, al di sotto di 5mila abitanti, o medio grandi, da 100mila a 500mila, lavora nelle grandi aziende.

Le motivazioni, per voler cambiare, sono tante e toccano più sfere, non solo lavorativa ma anche privata: la felicità, per sei lavoratori su dieci, è la molla principale che fa scattare il desiderio di provare qualcosa di nuovo, con l’esigenza di migliorare la qualità della vita (57%), avere più tempo a disposizione con ritmi meno frenetici (54%) e ridurre lo stress (44%), si aggiungono  anche altre motivazioni di tipo economico e più personali, come seguire le proprie passioni, ritrovare sé stessi, la voglia di vivere a contatto con la natura o far vivere i figli in ambienti più sani, elementi che, insieme all’insoddisfazione del proprio lavoro, fotografano una società sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini e dei lavoratori. Per la maggior parte dei lavoratori, il cambio di vita resterà solo un sogno nel cassetto: la paura di fallire e di rimetterci a livello economico (per il 50% degli intervistati) e l’impatto che potrebbe avere sulla famiglia (per il 47%), in particolare su figli e partner, sono le principali barriere che frenano gli italiani.

Pochi hanno il timore di pentirsi o di mettersi in gioco, probabilmente perché sono punti che non toccano direttamente le “tasche” dei lavoratori o le persone a loro care. Il 6% che ha fatto il grande passo nel nuovo progetto di vita si è pentito, e solo il 4% è tornato indietro, tre quarti sono invece soddisfatti o addirittura entusiasti della loro scelta. Gli italiani se cambiano, preferiscono un cambiamento radicale, non resistono al fascino del mare, e in particolare indicano come mete preferite dove trasferirsi le città marittime (59%) e le Isole (31%), seguite dalla montagna (29%), la maggior parte vorrebbe luoghi socialmente “attivi” e non isolati, sognano di avviare un’attività in proprio in un settore totalmente nuovo (32%), di aprire un B&B o un agriturismo (28%) o lavorare vivendo in campagna o montagna (26%), tanti vorrebbero viaggiare tutto l’anno svolgendo lavori saltuari o togliersi il vestito da “colletto bianco” e diventare artista / influencer o aprire il “classico” chiringuito.

L’isola, con i Paesi esotici, rappresenta nell’immaginario collettivo la meta ideale per tagliare con il passato e costruire un futuro più felice. Ai primi due posti gli italiani indicano: Sardegna e Sicilia, tra le top 10 troviamo Minorca (terza) e Ibiza (nona), Santorini (quarta) e Creta (ottava), l’indonesiana Bali (quinta), le portoghesi Azzorre (settime), le Maldive (seste) e la polinesiana Bora Bora (decima), delle località italiane adatte al cambio vita, ai primi tre posti troviamo le Dolomiti, il Lago di Garda e la zona del Chianti in Toscana.

Alfredo Magnifico

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