Riuscire a portare decine di persone a parlare della Costituzione e delle scelte che la politica dovrà fare in vista delle prossime elezioni è impresa non facile; ci sono riusciti Adele Fraracci e Mino Dentizzi con la presentazione del loro libro “Appunti sulla nostra Costituzione nel periodo referendario”, nella sala consiliare del Comune di Campobasso. Gran parte dell’incontro si è sviluppato intorno ai temi della politica, con l’annuncio dei relatori della predisposizione di un manifesto culturale, in grado di catalizzare l’attenzione delle migliori intelligenze della sinistra molisana. Abbiamo deciso di intervistare gli autori e per farlo abbiamo scelto il luogo più tranquillo possibile: un bar.
A chi tocca difendere la Costituzione, oltre che agli organismi istituzionali?
“Mi sembra chiaro che ci hanno pensato i cittadini, con il referendum – dice la Fraracci – e di sicuro non lo sta facendo la classe politica. Sono sicura, ad esempio, che il mondo della scuola, dal quale provengo, difende la Costituzione, che si studia con attenzione. Ne parliamo durante l’anno scolastico, presentiamo progetti sul tema; con grande soddisfazione posso dire che l’interesse dei giovani verso i valori costituzionali è anche maggiore rispetto a quello degli anziani”.
Si è parlato di un manifesto politico-programmatico con dei paletti precisi. Spiegatelo ancora
“Porteremo questo manifesto in tutte le realtà del Molise, se troveremo ospitalità dalla classe amministrativa – dice Dentizzi – partendo da domande chiare: cosa fare del Molise? Come fare per meritarlo? Abbiamo grandi risorse e, secondo me, anche gli immigrati lo sono; forse non tutti sanno che in alcune piccole realtà tengono le scuole in piedi, ne impediscono la chiusura. Allora come fare per non farli andare via? E come fare per trattenere i molisani che tornano in regione? C’è un dato sconfortante: molti ex-emigranti rientrano in Molise, da anziani, ma con il passare del tempo, vuoi perché non trovano adeguata assistenza sanitaria, vuoi per l’incidenza della tassazione e la penuria di servizi di assistenza, rientrano nelle nazioni dove hanno vissuto parte della vita. Allora noi dobbiamo coinvolgere le persone sui grandi temi, ma nel contempo incidere sulla politica, fornendo idee e proposte, ma anche qualche diniego. Diciamo: stop ai dinosauri in politica, vogliamo scegliere un presidente che non abbia secondi fini e sia privo di qualunque conflitto d’interesse. Pertanto stop anche agli imprenditori, nel ruolo di presidente, perché bisogna impedire qualunque ipotesi di commistione tra interesse pubblico ed affari privati. Vogliamo dare alla sinistra questo contributo e parteciperemo a tutti i tavoli ai quali saremo invitati. Ieri abbiamo potuto verificare che c’è grande voglia di partecipazione da parte della gente che ascoltava- conclude Dentizzi – ed è stata chiaramente dimostrata; dobbiamo saperli coinvolgere per costruire il programma delle azioni da intraprendere. Alla fine potremmo anche esprimere un candidato proprio da proporre al centro sinistra. Non escludiamo a priori per età o esperienza maturata in politica, non è un fatto anagrafico e non siamo per la rottamazione. Anche i politici ‘storici’ saranno bene accetti, se si metteranno a disposizione, per aderire ad un programma senza fini personali e per concorrere liberamente alla scelta del presidente”.
Che giudizio date dell’attuale centro sinistra molisano?
“Il centro sinistra ha sbagliato, questo è sotto gli occhi di tutti, perché, per fini elettorali e calcoli matematici, ha ceduto a logiche di potere – dice la Fraracci. Noi, come detto, chiediamo ai politici ieri presenti nella sala consiliare del Comune – e non solo a loro – di far parte del nostro progetto. Ci sono finalità politiche nel ‘nostro’ movimento? Non lo nego, perché non è un fatto negativo. Abbiamo deciso di scendere in campo in tema elettorale, senza aspettare ordini ‘superiori’, perché non vogliamo che si verifichino candidature inadeguate o passive, funzionali al sistema di potere e che sviliscono il sistema democratico. La politica è sintesi che deve provenire dal basso; servono persone libere ed indipendenti. Con la riforma del Titolo V, la politica è diventata esercizio di potere e voto di scambio; ora i cittadini si devono fare avanti e contribuire al cambiamento. Un appunto particolare lo rivolgo al PD, come partito maggiore della coalizione di governo: non si è aperto alla gente e non ha favorito la discussione interna. Può ancora rimediare”.
Parole chiare e concetti precisi; la forte partecipazione collettiva all’incontro è un segnale, che la classe amministrativa farà bene a cogliere ed interpretare.
Stefano Manocchio