Ogni anche piccola esperienza mi ha dato grandi lezioni di vita, ho iniziato per passare le lunghe serate d’inverno, in un piccolo paese agricolo del Molise a prendere lezioni di musica, il maestro, persona alla buona, ripeteva sempre il suono è armonia ed è frutto dell’accordo che si trova tra tutti i suonatori, lo stesso ripeteva sempre il maestro del coro, quando, inconsciamente, l’ardore canoro mi portava a sovrastare la voce degli altri, mi ripeteva devi sentire la voce di chi ti sta vicino ,lo stesso ripeteva il rettore del seminario quando facevamo lunghe passeggiate, tenere sempre l’occhio chi rimane indietro, perché in ogni caso occorreva fare gruppo, rimanendo sempre uniti.
La mia esperienza sindacale ,iniziata nel 1977 mi ha fatto vivere in più di un’occasione le divisioni sulla proclamazione dello sciopero e in diversi momenti la Cisl si è astenuta dallo scendere in piazza.
Nei settori che ho curato ho,sempre, tentato di non far cadere le motivazioni che avevano portato a dividere e ho sempre raccomandato di seguire l’obiettivo del loro benessere senza cadere nelle sterili polemiche che in quel momento dividevano il sindacato.
Venendo ad oggi e alla proclamazione dello sciopero del 16 dicembre; Cgil e Uil considerano “insoddisfacente” la Legge di Bilancio, la Cisl: ritiene sbagliato ricorrere allo sciopero generale, Palazzo Chigi considera che la Manovra fa tanto per famiglie, lavoratori e pensionati.
Forse Landini e Bombardieri vogliono oggi recuperare in un colpo solo tutte le malefatte lasciate passare negli ultimi trent’anni ,da quel famoso 1992 anno della caduta della prima Repubblica e dell’avvento di Berlusconi al governo, che un pò alla volta lui e, non da meno, i suoi successori che a varie riprese si sono alternati alla guida di Palazzo Chigi hanno sradicato e azzerato.
Nelle tante riunioni di Palazzo Chigi,dai resoconti dei tre e dagli articoli di giornale,sembrava si fosse tracciata una linea di recupero sul fronte di; fisco, pensioni, scuola, politiche industriali e contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza, tutti pezzi ,nel passato, lasciati scardinare senza tanto brusio da parte dei vertici sindacali dell’epoca.
Non conosco, ma forse neanche loro sanno, per quale motivo andavano a Palazzo Chigi, non avendo avuto visione di qualsivoglia straccio di piattaforma o documento, il dire è insoddisfacente rischia di non sapere da dove si parte né dove si vuole arrivare.
Ritengo,visti i fallimenti precedenti, Draghi come Ferruccio Parri, presidente del consiglio di un governo, formato da coalizioni di partiti diversi e opposti, che ha il dovere morale di portare l’Italia fuori dalla guerra Pandemica.
Draghi ha aperto un dialogo che, forse, poteva far recuperare parzialmente una redistribuzione della ricchezza, ridurre le disuguaglianze, per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile, principale obiettivo del PNRR,.
Personalmente gli addosso una sola colpa, non aver convocato tutte le forze Sindacali, essendo oggi il panorama sindacale molto più esteso e variegato di;CGIL-CISL-UIL .
Reputo sbagliato ricorrere allo sciopero generale, radicalizzare il conflitto in un momento così delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa.
Considero che tutti dovremmo essere protesi a consolidare quei segnali positivi, riconosciuti anche dall’Europa, di una ripresa economica e produttiva al di là delle aspettative, ma che necessita di uno sforzo comune per essere resa strutturale.
Non si possono negare ,al di là di qualche sbavatura, risultati positivi, appresi dalle cronache, di; riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse per non autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli, uniti all’impegno forte assunto dal Governo di aprire al più presto un confronto con il sindacato sulle rigidità della Legge Fornero e di accelerare la riforma fiscale.
Il mio maestro di sindacato mi ripeteva sempre che spesso i conflitti sono sterili e fini a se stessi, mai alzarsi da un tavolo quando la via del dialogo e del confronto e su prosegue, soprattutto dico io quando siamo in una fase decisiva per il futuro del nostro Paese.
Alfredo Magnifico