di Massimo Dalla Torre
Cantava così Antonello Venditti, tra l’altro di origini molisana, il padre o il nonno pare siano nati a Campolieto, il paese poco distante dal capoluogo di regione. Esami che, puntualmente, si ripresentano per certificare la maturità di migliaia di studenti che, subito dopo l’estenuante prova o si iscrivono all’università o cercano lavoro che, purtroppo non c’è. Prova che pone dinanzi a numerosi dilemmi: cinque anni positivi? O cinque anni che servono solo ed unicamente a traghettare verso la maggiore età? Domande che in molti si pongono, anche in queste ore alquanto agitate per i candidati che, con la prova d’italiano mettono a frutto le conoscenze scolastiche non sempre in linea con i temi della vita attuale. Tracce che, come quelle estratte, permettono di rivisitare i pensieri dei grandi, anche se grande è una parola azzardata, almeno per lo scrivente, suddivise in tre tipologie: Prima tipologia: l’analisi del testo: le opzioni tra cui scegliere sono un testo di
prosa e uno di poesia. La scelta del ministero è ricaduta su “Il pellegrinaggio” di Giuseppe Ungaretti per la poesia I quaderni di Serafino Gubbio” di Luigi Pirandello per il testo di prosa. Seconda tipologia: il testo argomentativo La seconda tipologia è l’analisi e produzione di un testo argomentativo e riunisce in tutto tre possibili tracce, che possono toccare gli ambiti più svariati: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Quest’anno gli studenti possono scegliere tra: un testo tratto da “Storia d’Europa” dello storico Giuseppe Galasso, che invita i maturandi a riflessioni sull’uso dell’atomica, “Riscoprire il silenzio” della giornalista Nicoletta Polla Mattiot e un’altra traccia sul valore del patrimonio artistico e culturale. Terza tipologia: il tema d’attualità L’ultima categoria, che racchiude due tracce, è quella dell’attualità.
Qui le tracce scelte sono: Rita Levi Montalcini con “l’Elogio dell’imperfezione” e uno scritto tratto da “Profili selfie e blog” di Maurizio Caminito, che invita i maturandi a una riflessione sull’importanza e il senso del diario nell’era digitale. Tipologie alquanto interessanti anche
perche’ pongono il maturando, aggettivo che ho sempre respinto, perché neanche Linneo avrebbe utilizzato per classificare le piante, dinanzi a temi di cui si discute ma che poi vengono accantonati perché troppo spesso contrastanti con il pensiero di accademici, studiosi, professori, intellettuali esponenti della stampa e anche di chi si diletta ad approfondire i contenuti di non facile dipanatura. Tipologie che, a detta del numero uno del Ministero dell’Istruzione Giuseppe Valditara, alquanto discutibile per le azioni che pensa di mettere in campo e che sicuramente riporterebbero la scuola ai tempi del giornalino di Giamburrasca, sono adorabili, chissà poi questa adorabilità da dove nasce?
Temi che ancora una volta pongono numerosi dilemmi, punti di domanda piuttosto che di riflessioni, in quanto prima di affrontarli, almeno quelli della Polla Mattiot, della Levi Montalcini o di Caminito necessitano una approfondita conoscenza non solo del pensiero ma anche degli scritti che spesso sono frutto di elucubrazioni mentali che, nel sistema attuale, non sempre trovano spazio. Elucubrazioni, che mettono in risalto come essere in linea con chi le esterna è difficile, almeno che non si conosca approfonditamente cosa volevano trasmettere e a chi!!! Perché? Facile: nell’Italietta del fancazzismo riflessioni ed esternazioni ma soprattutto confronti letterario-scientifico-giornalistici non trovano spazio; ecco perché rimarranno solo ed esclusivamente tracce che faranno parte del patrimonio culturale di cinquecentomila ragazzi che, entreranno a far parte di una società poco comprensibile ma soprattutto poco praticabile perché vuota e senza senso anche se gli esami non finiscono certamente qui….