di Nino Barone
In questi giorni a Termoli si è parlato molto del MacTe, il Museo di arte contemporanea Termolese, senza che si sia levata nessuna voce critica su due questioni che a me sembrano molto importanti. La prima riguarda l’idoneità della struttura (ex mercato rionale più volte ristrutturato) palesemente inadeguata ad essere sede di un museo degno di questo nome.
La seconda interessa la gestione del museo stesso tramite una discutibilissima fondazione vista la presenza di un solo socio fondatore,un privato a cui si concedono pieni poteri. Ma su questo si avrà modo di tornare.
Sui media locali, invece, abbiamo avuto modo di leggere svariate dichiarazioni e proclami di consiglieri di maggioranza e consulenti comunali che autoincensandosi si sono attribuiti lodi e meriti a discapito della vera storia dei sessant’anni del Premio Termoli. Una storia complessa e importante per la comunità termolese e molisana costituita da vicende vissute da numerosi artisti e intellettuali che hanno lavorato e dibattuto alacremente sul territorio per l’emancipazione delle arti portando alla ribalta nazionale la città di Termoli.
Come si sa, fa comodo dimenticare il valore del lavoro altrui per fini egoistici con mire nascoste. Se non c’è memoria non c’è storia, e questa sorte subisce puntualmente la nostra città, dove la conoscenza dei fatti è sistematicamente travisata e sepolta dai parvenus di turno.
Malauguratamente, questo trattamento revisionistico di vecchio stampo politico, in questi ultimi anni ha colpito anche me, riconosciuto artista termolese di lunga esperienza e operativo nelle arti visive da circa quarantacinque anni. A onor di cronaca, in quasi mezzo secolo di attività qualcosa devo pur aver fatto visto che ho costituito con altri valenti artisti il Gruppo Solare, il Gruppo di Orientamento e il Movimento internazionale Archetyp’Art, partecipando a più di centoventi mostre in Italia e all’estero.
Sono stato invitato inoltre a quattro edizioni del Premio Termoli in cui nel 2009 mi è stato attribuito il primo premio e sei mie opere sono presenti nella Collezione. Sono stato anche Assessore alla Cultura del Comune di Termoli con l’Amministrazione Di Spaia.
Nonostante ciò, l’attuale Amministrazione Sbrocca si diverte a eliminarmi dal panorama artistico termolese prima togliendo un mio dipinto esposto nella collezione di opere degli artisti molisani, allestita nella Sala Consiliare del Comune, e in seguito non menzionandomi tra i nomi egli artisti nazionali incisi nella recinzione metallica del MacTe.
Intervengo in questo contesto non tanto per recriminare un’ingiustizia subita, ma per rendere evidente il cattivo “modus operandi” di un’Amministrazione che ha cercato rozzamente di cancellare il vissuto umano e professionale di un artista per puerile vendetta, e di punirlo per le scelte politiche fatte a favore della città. Scelte che mi hanno indotto ad assumere il compito di Coordinatore del Comitato Referendario “Termoli No Tunnel” che tanto ha lavorato e ancora si attiva per difendere la partecipazione democratica dei cittadini nei processi decisionali per la crescita della città, e per fermare la costruzione del “grande scempio”.
In sostanza il mio intervento mira a storicizzare i cattivi comportamenti dettati da bramosia di comando volti a limitare di fatto la libertà di espressione, e a prevenire simili atteggiamenti futuri.